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Sono circa un milione i bambini iracheni rimasti orfani a causa delle violenze che negli ultimi anni hanno sconvolto il paese.
Secondo uno studio commissionato dal parlamento di Baghdad, in Iraq su una popolazione totale di 40 milioni di cittadini quelli di età compresa tra i zero e i 14 anni sono circa 15 milioni, di questi un milione (quasi il 7%) non ha più i genitori a causa di attentati e dei combattimenti che si protraggono ormai da oltre 15 anni.
Risale infatti al 2003 l’invasione delle truppe statunitensi, decisa dall’allora presidente Usa George W Bush nell’ambito di una campagna di lotta al terrorismo rivelatasi poi disastrosa per l’intera regione, che portò alla destituzione di Saddam Hussein, al tempo alla guida dell’Iraq.
In seguito al conflitto, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità causò oltre 200.000 vittime (un numero che secondo alcune ONG sale invece fino a più di un milione), Washington non riuscì ad instaurare nel paese mediorientale un governo stabile, trascinando l’Iraq in una spirale di violenza e terrorismo che continua ancora oggi.
Ultima in ordine di tempo anche la guerra contro il sedicente Stato Islamico, il quale nel 2014 occupò gran parte dell’Iraq nord-occidentale e che venne ufficialmente sconfitto solo nel 2017 per opera delle truppe governative e dei Peshmerga Curdi; una vittoria che richiese un tributo di decine di migliaia di vite umane, il bilancio ufficiale conta infatti un numero di morti che si aggira attorno ai 60.000.
