Islanda. Il metodo virtuoso del governo di Katrín Jakobsdóttir per combattere il coronavirus

di Alberto Galvi –

Un modello virtuoso di lotta al coronavirus è stato sicuramente sviluppato dal governo islandese del primo ministro Katrín Jakobsdóttir del partito LGM (Left-Green Movement).
Il governo consente di effettuare i test a chiunque lo desideri al fine di identificare rapidamente le persone che hanno contratto il virus in modo da poterle isolare. Il paese non è mai stato bloccato durante la pandemia.
L’Islanda ha confermato il suo primo test di COVID-19 a fine febbraio, quando un residente del paese è risultato positivo al suo ritorno da un viaggio in Italia.
Attualmente in Islanda sono stati confermati 1.797 casi di contagio e 10 morti. Ricordiamo che l’Islanda ha una popolazione pari a 364mila persone.
Lo screening epidemiologico è stato gestito dalle autorità sanitarie nazionali ed è stato effettuato in parte grazie all’app di monitoraggio Rakning C-19.
Circa il 40% della popolazione presente sul territorio ha scaricato l’app che consente alle persone a cui è stato diagnosticato il COVID-19 di condividere i loro dati con il servizio sanitario nazionale.
In caso poi si abbia a che fare con un paziente infetto, gli addetti sanitari competenti possono quindi contattare gli altri utenti dell’app con cui la persona potrebbe essere venuta in contatto. 
A partire dal 4 maggio la premier islandese ha deciso che le restrizioni saranno parzialmente revocate. Dopo essere stati costretti a rimanere chiusi dal 23 marzo scorso finalmente potranno riaprire strutture e servizi atti all’erogazione di prestazioni sanitarie, i fornitori di servizi come i parrucchieri, così come i musei e altre istituzioni.
Riapriranno il 4 maggio anche le scuole e le università di ogni ordine e grado, ma gli studenti e il personale dovranno mantenere una distanza di 2 metri l’uno dall’altro. Invece saranno ancora vietati i raduni pubblici di grandi dimensioni, mentre ai raduni pubblici più limitati vi ci potranno partecipare un maggior numero di persone che saliranno da 20 a 50.
Intanto nelle scorse settimane la premier Katrín Jakobsdóttir, il ministro dei Trasporti e del Governo locale Sigurður Ingi Jóhannson e il ministro delle Finanze Bjarni Benediktsson hanno introdotto un pacchetto di misure economiche in risposta alla crisi generata dal COVID-19.
Il pacchetto di misure adottate dal governo islandese ha un valore stimato di 380 milioni di euro e si concentra tra le altre cose, sugli aumenti salariali per gli operatori sanitari, maggiori rimborsi per la ricerca e lo sviluppo e i contributi aggiuntivi all’innovazione.
Inoltre il pacchetto di misure adottato da questo governo fornisce sostegno a gruppi vulnerabili come i disoccupati e gli studenti e i sussidi alle imprese che sono state costrette a chiudere.
La capacità dell’Islanda dal 13 marzo scorso di testare a circa il 10% della sua popolazione un semplice test diagnostico come il tampone faringeo, serve a prevenire una seconda ondata di infezioni. Questi test hanno già rivelato che circa l’1% dei residenti è già stato infettato.
Anche codesto sistema serve a creare una solida traccia di contatti, necessaria agli addetti sanitari per prevenire la diffusione del virus quando qualcuno viene diagnosticato contagiato dal COVID-19.
Questo metodo di screening dovrebbe essere effettuato anche dai paesi con un numero elevato di popolazione e non solo da quelli con un numero basso, in quanto la maggior parte di loro stanno ancora testando esclusivamente i soggetti sintomatici.
La strategia islandese per tracciare la diffusione del coronavirus può essere utilizzata anche in Italia anche se purtroppo il nostro paese ha il problema di avere troppe Task Force di esperti che di fatto non aiutano il governo a prendere delle decisioni in modo rapido ed efficace.