Isole Salomone. Il premier pro Cina Sogavare resiste alle proteste e agli attacchi dell’opposizione

di Alberto Galvi

Il primo ministro delle Isole Salomone Manasseh Sogavare sfida le pressioni dei leader dell’opposizione che vogliono le sue dimissioni, anche se non hanno ancora abbastanza voti in parlamento per rimuoverlo dall’incarico. Molti abitanti delle Isole Salomone credono che il loro governo sia corrotto e legato a Pechino e ad altri interessi stranieri.
Per alcuni analisti dietro ai disordini dei giorni scorsi ci sarebbero potenze straniere contrarie alla decisione del 2019 del premier Sogavare di trasferire l’alleanza diplomatica delle Isole Salomone da Taiwan alla Cina, mentre altri hanno indicato dietro i disordini la diffusa grave disoccupazione del paese.
Le violenze avvenute nella Chinatown della capitale delle Isole Salomone, Honiara, hanno distrutto un migliaio di posti di lavoro in un’economia già schiacciata dalla pandemia di coronavirus.
I disordini sono iniziati lo scorso 24 novembre dopo che i manifestanti hanno tentato di prendere d’assalto il parlamento della nazione insulare del Pacifico, spingendo la polizia a sparare gas lacrimogeni. Inoltre i manifestanti hanno dato fuoco e saccheggiato 56 edifici della capitale, tra cui una stazione di polizia e diversi negozi. La perdita per l’economia del paese oceanico dovrebbe essere di almeno di 28 milioni di dollari.
Sogavare ha dichiarato un coprifuoco di 36 ore a Honiara e ha chiesto aiuto all’Australia e alla Papua Nuova Guinea, che hanno inviato 150 militari delle forze di pace, contribuendo a ripristinare la calma dopo diversi giorni di tensioni.
I residenti di Honiara hanno poi ripulito le strade dai vetri frantumati dalle macerie e dalla spazzatura, mentre le ruspe hanno spostato le macerie dai negozi bruciati. Cumuli di spazzatura ancora fiancheggiano le strade della Chinatown della capitale.
Si prevede che nelle prossime settimane la disoccupazione aumenterà e che le persone che saranno senza lavoro si troveranno in ulteriore difficoltà. Le imprese che stanno affrontando la ripresa da oltre un anno contribuiscono pagando le tasse necessarie a garantire il mantenimento dei servizi principali del paese come la salute, la sicurezza, l’istruzione e le utenze.
Nel frattempo anche le Isole Fiji e la Nuova Zelanda hanno inviato truppe per aiutare a mantenere la pace.
Il governo delle Isole Salomone sta già lavorando a un pacchetto di misure per assistere le imprese che la scorsa settimana hanno subito danneggiamenti.