di Alberto Galvi –
Le tensioni tra la Cina e le Isole Salomone stanno aumentando dopo che un importante oppositore salomonese della politica della Cina unica, Daniel Suidani, è andato a farsi curare a Taiwan. Suidani è uno dei più importanti critici della Cina delle Isole Salomone, da quando il paese ha concluso la sua alleanza di 36 anni con Taiwan.
Il leader della provincia di Malaita è arrivato a Taipei il 26 maggio scorso in un viaggio che il governo non ha autorizzato e dovrebbe ricevere cure mediche per un tumore al cervello in un ospedale locale dopo aver completato la quarantena. Furioso con lui il primo ministro delle Isole Salomone Manasseh Sogavare, anche perchè i ministri degli Esteri della Cina e delle Isole Salomone hanno firmato nell’ottobre 2019 lo spostamento del riconoscimento diplomatico da Taipei a Pechino, anche se la decisione non è stata universalmente accolta.
Gli abitanti delle Isole Salomone che si sono opposti temono che una relazione economica con la Cina sarebbe ingestibile. Altri hanno espresso preoccupazione per il trattamento riservato dalla Cina alle minoranze religiose e per il suo sistema di governo a partito unico, che secondo loro è in conflitto con i principi democratici delle Isole Salomone e i valori cristiani condivisi dalla popolazione.
L’opposizione è stata più forte nella provincia di Malaita, dove il governatore Daniel Suidani è stato uno dei più accesi critici della decisione del governo nazionale di tagliare i rapporti diplomatici con Taiwan a favore della Cina.
Da allora Suidani si è impegnato a rifiutare qualsiasi investimento cinese nella sua provincia, favorendo al contempo una stretta collaborazione con Taiwan, e di conseguenza aumentando la disputa tra lui e il primo ministro delle Isole Salomone Manasseh Sogavare.
Dall’altra parte la Cina si oppone a qualsiasi forma di contatto tra i funzionari diplomatici dei suoi alleati e Taiwan, sebbene la venuta di Suidani sull’isola sia motivata da cure mediche e quindi di natura personale.
