Israele. Al via lo sciopero contro Netanyahu e gli 11 mesi di inconcludente guerra

di Enrico Oliari

Ha preso il via in Israele lo sciopero generale che affianca la protesta del Forum delle famiglie dei sequestrati del 7 ottobre. Lo sciopero è stato indetto da Histradut, che raccoglie 800mila lavoratori, al quale si sono aggregati gli altri sindacati, per cui il paese oggi è bloccato. I lavoratori israeliani chiedono al governo di sospendere le ostilità con i palestinesi dopo quasi un anno di guerra e 40mila morti a Gaza di cui un terzo bambini, e vogliono la ripresa dei negoziati per il raggiungimento di un accordo che preveda la liberazione egli ostaggi.
Come ha comunicato il sindaco Ron Huldai, allo sciopero la preso parte anche il comune di Tel Aviv.
Arnon Bar-David, leader di Hitadrut, ha detto che “il nostro scopo è smuovere chi non si è mosso” per la liberazione degli ostaggi, mentre l’estremista ministro delle Finanze Bezalel Smotrich (Partito Sionista Religioso) ha asserito che lo sciopero “esaudisce i desideri di Sinwar”, il leader di Hamas succeduto a Ismail Haniyeh, ucciso dagli israeliani a Teheran lo scorso 31 luglio.
Nelle manifestazioni antigovernative di ieri sono state fermate 37 persone, delle quali 22 sono ancora in stato di fermo.