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Dopo un anno di palazzi sventrati con le famiglie dentro, 42mila morti a Gaza e addirittura la fame, com’era facile immaginarsi sarebbe iniziata per Israele la stagione del terrorismo. Quello vero, non l’appellativo di comodo di comodo affiliati ai nemici. Uccidere intere famiglie per compire un militante di Hamas o di Hezbollah significa infatti generare la sete di vendetta, per cui oggi si è verificato un attentato a Tel Aviv, dove un camion è stato scagliato a tutta velocità su una fermata dell’autobus nei pressi di Glilot Juncti. Il bilancio è stato di un morto e una trentina di feriti, di cui sei gravi, mentre l’attentatore sarebbe stato neutralizzato da alcuni presenti, forse civili armati.