di Giuseppe Gagliano –
Recenti rivelazioni hanno portato alla luce il sostegno finanziario di Stati Uniti e Canada a soldati israeliani risultati essere coinvolti in casi di tortura e abusi sessuali contro prigionieri palestinesi, cosa che rappresenta un duro colpo per la credibilità dei governi occidentali sul tema dei diritti umani.
Politicamente questa situazione mette in evidenza una profonda contraddizione tra il dichiarato impegno di questi paesi nel promuovere il rispetto dei diritti fondamentali a livello globale e il loro coinvolgimento, diretto o indiretto, nel finanziare individui accusati di gravi crimini.
La divisione interna alla società israeliana, con una parte significativa che difende i soldati coinvolti, riflette un crescente sostegno verso politiche sempre più repressive contro i palestinesi, un trend che rischia di compromettere ulteriormente le già fragili relazioni internazionali di Israele. Sul piano globale il sostegno economico attraverso organizzazioni esentasse e piattaforme di crowdfunding a favore di individui accusati di violazioni dei diritti umani solleva interrogativi su come tali meccanismi vengano utilizzati per bypassare le restrizioni legali e le sanzioni.
Questo scenario non solo polarizza ulteriormente il dibattito sulla questione palestinese, ma mina anche gli sforzi di mediazione e dialogo nella regione, rendendo ancora più difficile il raggiungimento di una soluzione pacifica e duratura.