Israele. Haaretz svela la Direttiva Annibale, una strategia controversa per la guerra

di Giuseppe Gagliano

Secondo un recente rapporto pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz, l’esercito israeliano ha attivato la Direttiva Annibale nel corso degli attacchi del 7 ottobre 2024, quando i miliziani di Hamas hanno lanciato un’imponente offensiva contro Israel, causando centinaia di vittime civili e militari. La controversa direttiva, nata negli anni ’80, autorizza l’impiego di “tutta la forza necessaria” per impedire la cattura di soldati da parte del nemico, fino al punto di mettere a rischio la loro vita.
Elaborata nel 1986 dai vertici dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane), la Direttiva Annibale è stata concepita dopo la cattura di tre soldati della brigata Givati da parte di Hezbollah, nel contesto dell’occupazione israeliana del Libano meridionale. L’evento spinse i comandi a sviluppare una strategia volta a impedire in ogni modo che i propri uomini cadessero prigionieri, temendo che ciò potesse essere sfruttato come leva politica e militare. L’episodio più noto che ha rafforzato questa visione strategica risale al 2006, quando il soldato israeliano Gilad Shalit venne catturato da Hamas e rilasciato solo cinque anni dopo in cambio di oltre 1.000 detenuti palestinesi.
L’inchiesta di Haaretz ha rivelato che, nonostante la Direttiva Annibale fosse stata ufficialmente annullata nel 2016 dall’allora capo di Stato Maggiore Gadi Eisenkot, il 7 ottobre scorso essa è stata riattivata senza alcuna riserva durante le operazioni di contenimento dell’attacco di Hamas. Ordini provenienti dal Comando Meridionale dell’IDF hanno dato istruzioni chiare: nessun veicolo che trasportasse ostaggi doveva riuscire a rientrare a Gaza.
Le testimonianze raccolte da giornalisti israeliani parlano di attacchi diretti contro convogli sospettati di trasportare prigionieri israeliani. Secondo fonti dell’ONU, l’uso della direttiva avrebbe portato alla morte di un numero imprecisato di soldati e civili israeliani, colpiti dal fuoco delle stesse forze armate.
Oltre agli eventi del 7 ottobre, la Direttiva Annibale è stata impiegata in diverse occasioni:
– 2000: Dopo la cattura di tre soldati israeliani da parte di Hezbollah nel sud del Libano, gli attacchi aerei israeliani colpirono i veicoli sospettati di trasportarli.
– 2006: L’esercito dichiarò tardivamente una situazione di Annibale dopo la cattura di due soldati da parte di Hezbollah. Un alto funzionario militare rivelò al Washington Post che l’IDF avrebbe bombardato i veicoli con i propri uomini se fossero stati individuati.
– 2008: Durante l’operazione Piombo Fuso, un’abitazione palestinese fu colpita per impedire la cattura di un soldato israeliano ferito.
– 2014: Nel corso dell’operazione a Rafah, la direttiva fu attivata dopo la cattura di un ufficiale israeliano, scatenando bombardamenti che causarono la morte di oltre 200 civili palestinesi, inclusi 75 bambini. Amnesty
International definì l’episodio un “crimine di guerra”.
L’uso della Direttiva Annibale ha sollevato un acceso dibattito all’interno della società israeliana. Da un lato, settori dell’establishment militare la considerano un mezzo necessario per impedire che la cattura di soldati possa essere utilizzata come strumento di pressione sui negoziati politici e militari. Dall’altro, molte famiglie delle vittime chiedono chiarezza sul suo utilizzo, specialmente dopo gli eventi del 7 ottobre, quando la confusione tra bersagli militari e civili ha contribuito ad aumentare il numero delle vittime tra gli stessi israeliani.
L’indagine condotta da Haaretz ha riacceso i riflettori su una delle dottrine più discusse dell’esercito israeliano, sollevando interrogativi sulla sua effettiva revoca e sul bilanciamento tra sicurezza nazionale e protezione dei propri cittadini. Se da un lato Israele giustifica la sua applicazione come strumento per evitare vantaggi strategici ai nemici, dall’altro il costo umano della sua attuazione continua a essere motivo di forte controversia sia all’interno del Paese che nella comunità internazionale.