Israele. I militari attaccano i fedeli nella moschea di al-Aqsa

di Mohammed ben Abdallah

Oggi all’alba i militari israeliani hanno preso d’assalto i cortili della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, aggredito i fedeli e arrestato un gran numero di loro, circa 400. Lo ha riferito ad al-Jazeera Omar al-Kiswani, direttore della moschea.
Stando alla testimonianza, i militari avrebbero utilizzato bastoni, bombe a gas, bombe sonore, manganelli e proiettili di gomma per evacuare la moschea dai fedeli nel giorno della Preghiera del Venerdì, e la Mezzaluna Rossa palestinese ha reso noto del ferimento di 150 persone, denunciando l’interruzione del lavoro dei suoi equipaggi impegnati nei soccorsi presso l’ingresso di al-Asbat.
Le forze israeliane si erano preparate all’incursione sin dalle prime ore del mattino, con rinforzi agli ingressi della Città Vecchia e agli ingressi della moschea, nonché l’erezione di barriere che impedissero l’attraversamento ai giovani e agli under 50.
Il ministero degli Esteri palestinese ha accusato i militari di cercare di imporre la sovranità sulla moschea di al-Aqsa e ha smentito le dichiarazioni del primo ministro israeliano Naftali Bennett e del presidente israeliano Isaac Herzog sul mantenimento dello status quo.
Il ministero palestinese ha messo in guardia dal promuovere una guerra di religione, sottolineando che l’assalto alla moschea di al-Aqsa è un’attuazione della visione dell’occupante israeliano volta a controllare la struttura, e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina ha condannato il silenzio della comunità internazionale e il soprassedere sui crimini commessi dagli israeliani. Quanto al movimento della Jihad islamica, ha avvertito in un comunicato stampa che l’aggressione dei fedeli potrebbe portare alla chiusira del dialogo.
Per quanto riguarda il movimento di Hamas, esso ha invitato i palestinesi a stare al fianco dei fedeli e a sostenerli: Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico del movimento, ha sottolineato che “non c’è posto per gli invasori nella nostra Gerusalemme e della Moschea di al-Aqsa, e vinceremo la lotta per l’identità, non importa quanto tempo ci vorrà”.
Il ministero degli Esteri giordano ha condannato i violenti attacchi ai fedeli, in quanto responsabili delle proprietà sacre cristiane e islamiche a Gerusalemme, e che queste pratiche minacciano di far esplodere la situazione, e ha invitato tutte le parti alla moderazione.
L’Iran ha puntato il dito contro la politica di normalizzazione perseguita da alcuni paesi della regione, che contribuirebbe ad “aumentare l’arroganza degli occupanti e la sua inimicizia verso i luoghi sacri”.
Vale notato che questi eventi coincidono con l’avvio di operazioni di sicurezza e incursioni militari israeliane a Jenin e in Cisgiordania, che hanno portato all’uccisione di 21 palestinesi, fatti che arrivano dopo attacchi all’interno dei territori occupati che sono costati la vita a 14 coloni e ferito molti altri.