di Shorsh Surme –
Indipendentemente dal nome che assume l’invasione israeliana del Libano meridionale, che si tratti di un’operazione limitata o di una guerra globale, e qualunque siano i suoi obiettivi, si riconosce che non è stata sorprendente, a differenza di tutte le guerre precedenti, per quanto fosse stata preparata da tempo. Ciò significa che essa costituirà un vero test delle capacità delle parti in guerra, e i suoi risultati potrebbero determinare la forma della regione e il suo futuro.
In questo senso la battaglia in corso nel sud del Libano è decisiva, attraverso la quale Israele cerca di trarre vantaggio dai forti attacchi diretti negli ultimi giorni contro Hezbollah, portando all’assassinio del suo segretario generale Hassan Nasrallah, e alla conseguente confusione nel Libano meridionale per colpirne le capacità missilistiche e le infrastrutture, e rimuoverlo dalle zone di confine, se possibile, con l’obiettivo di restituire stabilità ai coloni del nord e ripristinare il prestigio della deterrenza israeliana perso dopo il settimo dello scorso ottobre.
Tuttavia l’altra parte sta cercando di dimostrare la propria capacità non solo di sopravvivere, ma anche di compensare le perdite infliggendo pesanti danni all’esercito israeliano, mentre sta combattendo una battaglia sul sul proprio territorio e dispone delle capacità e degli strumenti necessari allo scopo.
La battaglia non sarà però facile per entrambe le parti, poiché non è possibile confrontare l’equilibrio di potere tra le due parti; Israele ha indubbiamente superiorità in termini di dimensioni, aerei da guerra e capacità tecniche avanzate, mentre Hezbollah conta su forze irregolari che non sono soggette agli standard delle guerre tradizionali, e in caso di scontri possono neutralizzare le capacità dell’esercito israeliano; la conoscenza del territorio e della sua natura topografica gioca un ruolo importante nella battaglia.
Ciò che colpisce nel contesto di questa guerra sono le fluttuazioni delle posizioni statunitensi, che nelle ultime settimane hanno continuato a mettere in guardia contro una guerra su larga scala e hanno preso l’iniziativa di presentare proposte per un cessate-il-fuoco.
Washington ha precedentemente ridistribuito le sue forze navali e le ha posizionate in linea con i nuovi sviluppi, e ha apportato ulteriori rinforzi alle sue forze e alle difese aeree nella regione.
In ogni caso è troppo presto per parlare dei risultati di questa guerra e se si espanderà e si trasformerà in una guerra regionale, ma molti esperti e analisti ritengono che sarà lunga e dura e che non sarà limitata, come promuove Israele, perché si riferisce a due volontà opposte. Israele ritiene che si tratterà di una svolta storica nella regione e, alla luce dei risultati si valuterà se potrà effettivamente cambiare lo stato delle cose, non solo al confine israelo-libanese, ma in tutto il Medio Oriente.