Israele. Il presidente Herzog ha ufficialmente incaricato Netanyahu di formare un nuovo governo

di Alberto Galvi

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ufficialmente incaricato nel corso di una cerimonia a Gerusalemme l’ex primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di formare un nuovo governo. Netanyahu è stato rovesciato l’anno scorso da una coalizione di otto partiti, ma poi anche il loro governo di centrosonostra ha ceduto il passo a causa delle lotte intestine.
Israele ha vissuto un periodo di stallo politico senza precedenti che ha costretto cinque elezioni in meno di quattro anni. Netanyahu, che deve affrontare accuse di corruzione in tribunale, avrà 28 giorni di tempo per costruire una coalizione con i suoi alleati: due partiti ebrei ultraortodossi e una nascente alleanza di estrema destra chiamata Sionismo Religioso.
Il partito Likud di Netanyahu e i suoi alleati ultraortodossi e ultranazionalisti hanno ricevuto alle elezioni del 1 novembre una netta maggioranza nel Parlamento di 120 seggi. Il partito al governo di Netanyahu, il Likud, ha ottenuto 32 seggi alla Knesset, Yesh Atid ha ottenuto 24 seggi, mentre il partito Sionista Religioso ha ottenuto 14 seggi.
Gli altri probabili partner della coalizione di Netanyahu, Shas e United Torah Judaism, hanno vinto rispettivamente 11 e 7 seggi, portando rispettivamente il conteggio totale del blocco a 64. L’Unità nazionale ha preso 12 seggi e il partito Israel Beytenu ha ottenuto 6 seggi. I partiti a maggioranza araba Hadash-Ta’al e United Arab List hanno ottenuto 5 seggi ciascuno, mentre il partito separatista Balad non è riuscito a entrare alla Knesset.
Le prossime mosse di Netanyahu riguardano i suoi piani politici e gli obiettivi dei suoi controversi partner di governo. I portafogli chiave, compresi quelli dei ministeri delle Finanze e della Difesa, potrebbero rivelarsi un punto critico poiché sono già stati pubblicamente richiesti dai leader di Sionismo Religioso.
Il nuovo governo Netanyahu dovrebbe approvare riforme giudiziarie, assumendo il controllo sulla nomina dei giudici della Corte Suprema, un ruolo attualmente svolto da un collegio di legislatori, giudici in carica e avvocati.