Israele. L’idea è trasferire i palestinesi della Striscia nel Puntland

di Giuseppe Gagliano

Israele, con il sostegno di Donald Trump, sta valutando il trasferimento della popolazione palestinese di Gaza in altre nazioni, in particolare nel Puntland e nel Somaliland, regioni autonome della Somalia, e in Marocco. L’idea nasce dalla necessità di trovare una soluzione alternativa, dopo il netto rifiuto di Egitto e Giordania di accogliere i due milioni di cittadini palestinesi rimasti nella Striscia. Secondo quanto riportato dal Telegraph, il console generale israeliano per il Pacifico sudoccidentale, Israel Bachar, ha rivelato l’esistenza di questi piani in un’intervista a CBS News, dichiarando che il governo israeliano sta lavorando a un progetto di “emigrazione volontaria”. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dato istruzioni alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) di elaborare un piano dettagliato per facilitare la partenza dei palestinesi attraverso accordi speciali via mare e via aerea.
Trump ha rilanciato questa proposta con la visione di trasformare Gaza in un’area ricostruita e prospera sotto il controllo statunitense, mentre i palestinesi si trasferirebbero in case moderne all’estero. Secondo il presidente americano, ciò permetterebbe di dare vita a uno dei più grandi e spettacolari progetti di sviluppo urbanistico del mondo, senza necessità di schierare truppe americane nella regione. La questione, tuttavia, è estremamente controversa.
Il Puntland, una regione situata nel nord della Somalia, si è detto disposto ad accogliere i rifugiati palestinesi, ma solo su base volontaria. Il vice ministro dell’Informazione del Puntland, Yacob Mohamed Abdalla, ha dichiarato che nessun palestinese dovrebbe essere costretto ad abbandonare la propria terra contro la propria volontà. Tuttavia, l’idea di un reinsediamento nel Puntland appare problematica: la regione è povera, con un PIL pro capite di appena 507 dollari nel 2022, e nonostante abbia raggiunto una relativa stabilità dopo essere stata un centro della pirateria nei primi anni 2000, continua a ospitare gruppi armati, incluso lo Stato Islamico, che opera ancora nelle zone montuose.
La proposta di reinsediamento ha trovato qualche sostenitore tra le autorità locali. Un ex portavoce del governo del Puntland, Abdulahi Mohamed Jama, ha suggerito che accogliere i palestinesi potrebbe portare benefici economici alla regione, attirando aiuti internazionali e competenze professionali. Ha citato il precedente dei rifugiati yemeniti, che hanno contribuito con le loro conoscenze tecnologiche e imprenditoriali alla crescita del Puntland.
In Israele l’idea di trasferire i palestinesi in Puntland, Somaliland o Marocco è stata confermata dal giornalista Amit Segal, vicino al primo ministro Benjamin Netanyahu. Secondo Segal, tutti e tre i Paesi considerati per il reinsediamento hanno motivazioni strategiche per accettare l’operazione: Puntland e Somaliland cercano un riconoscimento internazionale della loro indipendenza dalla Somalia, mentre il Marocco è impegnato nella questione del Sahara Occidentale e potrebbe valutare l’accordo come un modo per consolidare il proprio status.
Il Somaliland, autoproclamatosi indipendente dalla Somalia nel 1991, non ha mai ricevuto il riconoscimento ufficiale della sua sovranità. Il Puntland, pur essendo una regione autonoma, ha annunciato nel marzo 2024 di non riconoscere più il governo federale di Mogadiscio, dichiarandosi di fatto indipendente. Il Marocco, che ha normalizzato le relazioni diplomatiche con Israele nel 2020 con gli Accordi di Abramo, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sul tema, ma secondo l’analista Abdallah Naicha, il sostegno marocchino alla soluzione dei due Stati rende improbabile che il governo di Rabat accetti un reinsediamento massiccio di palestinesi sul proprio territorio.
La proposta tuttavia è respinta con fermezza dagli stessi palestinesi. Molti residenti di Gaza considerano inaccettabile l’idea di abbandonare la loro terra. Samia al-Faqawi, una giovane di 27 anni di Khan Younis, ha dichiarato che scegliere la Somalia come rifugio è assurdo, descrivendola come un Paese povero e arido. Muhammad al-Batniji, 55 anni, sfollato da Gaza City, ha criticato Trump per la sua idea di trasformare Gaza in una destinazione turistica per stranieri, ribadendo che l’enclave appartiene ai palestinesi e che questi non la abbandoneranno per nessuna ragione.
Il dibattito continua a infiammarsi a livello internazionale, tra chi vede nell’operazione un tentativo di risolvere la crisi umanitaria e chi la considera un’ennesima manovra per cancellare il diritto dei palestinesi alla propria terra. Le posizioni restano inconciliabili: da una parte un piano che pretende di offrire una nuova vita ai palestinesi in altre parti del mondo, dall’altra una popolazione che rifiuta di essere sradicata e un contesto geopolitico che non sembra affatto disposto ad accettare soluzioni drastiche.