Israele. L’Iran ha usato missili ipersonici che hanno superato le difese aeree

di Giuseppe Gagliano –

L’attacco missilistico ipersonico dell’Iran contro Israele con l’uso dei missili Fattah rappresenta un significativo punto di svolta nello scenario geopolitico e militare del Medio Oriente. Politicamente l’operazione si pone come una risposta diretta agli omicidi di due figure chiave di Hamas e Hezbollah, segnando un’escalation di tensioni che mette in evidenza la volontà iraniana di rispondere con forza agli attacchi percepiti contro la sua sfera d’influenza. Tra l’altro il leader di Hamad Ismail Haniyeh era stato ucciso il 31 luglio da un missile israeliano nella periferia della capitale iraniana Teheran.
La capacità di colpire con precisione obiettivi strategici all’interno di Israele dimostra la determinazione di Teheran nel mantenere una postura assertiva nella regione, inviando un chiaro messaggio anche agli alleati occidentali di Israele, in particolare agli Stati Uniti. Strategicamente l’impiego dei missili ipersonici Fattah mette in luce le vulnerabilità dei sistemi di difesa israeliani Arrow 2 e Arrow 3, tradizionalmente considerati tra i più avanzati al mondo.
L’incapacità di questi sistemi di intercettare i missili ipersonici sottolinea una svolta nell’equilibrio di potere tecnologico nella regione, creando nuovi scenari di incertezza e obbligando Israele e i suoi alleati a riconsiderare le loro strategie difensive. L’Iran, con questo attacco, ha dimostrato di poter superare le difese multilivello israeliane e ha di fatto posto una nuova sfida a tutto l’assetto di sicurezza regionale.
I missili ipersonici, con la loro combinazione di velocità estrema e manovrabilità, riducono drasticamente il tempo di reazione per i sistemi di difesa aerea, esponendo Israele a una nuova dimensione di minacce che, fino a questo momento, non erano state affrontate. Questo cambiamento rappresenta un “game changer” per l’intera regione, in quanto gli alleati di Israele, inclusi gli Stati Uniti, devono affrontare la prospettiva di una crescente capacità iraniana di proiettare potenza anche contro installazioni militari americane nel Medio Oriente.
Politicamente l’attacco segnala la volontà di Teheran di rivendicare un ruolo di leadership nella resistenza contro Israele, rafforzando il suo sostegno a gruppi come Hezbollah e Hamas, e dimostrando che l’Iran è pronto a usare la sua avanzata tecnologia missilistica non solo come deterrente, ma come strumento attivo di proiezione della forza. Questo nuovo scenario crea una crescente preoccupazione tra i pianificatori militari di Israele e dei suoi alleati, poiché l’Iran ha dimostrato di poter sfidare apertamente la supremazia tecnologica e difensiva che finora aveva garantito a Israele un vantaggio strategico nella regione.