Israele. Proteste e scontri per gli espropri a Gerusalemme Est

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Gravi scontri a Gerusalemme, in particolare a Porta Damasco e Sheikh Jarrah, centinaia i feriti. Alla base della recrudescenza delle violenze vi è la decisione del governo di espropriare aree di Gerusalemme Est abitate dai palestinesi per far posto ai coloni israeliani, o meglio, alla lobby dei palazzinari che sostiene il Likud e il premier Benjamin Netanyahu. La Corte suprema israeliana, che tradizionalmente ha sempre dato ragione agli israeliani, si pronuncerà solo dopo la fine del Ramadan, cioè dopo mercoledì, ma chi è destinato a perdere la proprietà è sceso in piazza in proteste a cui si sono uniti fedeli che pregavano sulla Spianata delle Moschee per preghiera notturna del Laylat al-Qadr, la rivelazione del Corano al profeta Maometto. Violenti scontri anche a Hebron, presso la Grotta dei Patriarchi. Tra i feriti anche un bambino di un anno ed una ventina tra militari e poliziotti israeliani. Per disperdere i manifestanti, ma anche le decine di migliaia di fedeli, la polizia è ricorsa a gas lacrimogeni e cannoni acustici, cosa che ha accentuato le violenze da ambo le parti.
Razzi e palloni incendiari da Gaza verso Israele, che ha risposto con raid su obiettivi di Hamas: i lanci hanno preso il via nei giorni scorsi dopo la decisione delle autorità israeliane di chiudere la Porta di Damasco, che dù accesso alla Città Vecchia.