Israele. Revocata la cittadinanza a 19 foreign fighters arabo-israeliani

di Vanessa Tomassini –

La revoca dello status di cittadinanza è per lo Stato d’Israele uno dei principali strumenti di lotta al terrorismo. Questa volta è toccato a 19 israeliani, tutti arabi ad eccezione di due soggetti ebrei convertiti.
Aryeh Deri, leader del partito religioso Shas, nonché dal 2016 ministro degli Affari interni israeliano, ha avviato questa mattina le procedure di revoca della cittadinanza a 19 soggetti che avrebbero raggiunto le file del sedicente Stato Islamico in Siria.
L’agenzia di intelligence per gli Affari Interni, Shin Bet, ha rivelato che si tratta principalmente di cittadini arabi israeliani, ma tra questi ci sarebbero due cittadini ebrei convertiti all’Islam e velocemente radicalizzati.
Stando ai media israeliani i due sarebbero una donna ventottenne di Ashdod e un uomo di 32 anni di Lod. La coppia sarebbe originaria dell’ex Unione Sovietica e si sarebbero trasferiti in Israele in giovane età.
Convertiti all’islam in età adulta, sarebbero entrati in contatto con alcuni esponenti estremisti e avrebbero raggiunto la Siria per impugnare le armi nell’esercito del terrore.
Tutti i soggetti avrebbero residenza nelle città di Fureidis, Kafr Kassem, Jaljulya, Bueina e Gerusalemme est. Tra questi, sempre secondo lo Shin Bet, vi sarebbe un ex soldato arabo israeliano che avrebbe combattuto in un’unità dell’esercito fino al 2014.