Israele. Si spacca il “Blu e bianco”: Gantz presidente del Parlamento, Netanyahu ancora premier

Notizie Geopolitiche

Fra i mugugni interni al suo partito “Blu e bianco” l’ex capo di Stato maggiore Benny Gantz ha accettato il compromesso di essere eletto (74 voti a favore e 18 contrari) alla presidenza del Parlamento israeliano (Knesset) con i voti del Likud, quasi certamente in cambio della conferma al premierato di Benjamin Netanyahu.
Una mossa quella di Gantz che ha spaccato il partito, ma forse l’unica possibile per uscire dall’empasse, dopo ben tre elezioni politiche. Tuttavia le correnti di Yair Lapid e Moshe Yaalon dentro “Blu e Bianco” hanno già annunciato l’intenzione di lasciare il partito, il quale aveva la linea di non appoggiare la rielezione di Netanyahu, sotto processo per gravi reati legati alla corruzione, alla frode e all’abuso di potere.
Già l’emergenza coronavirus aveva spostato a maggio il processo che sarebbe dovuto iniziare il 17 maggio, dopo che le richieste degli avvocati del premier erano state respinte dai giudici.
A puntare il dito contro il premier israeliano è stato il procuratore generale Avichai Mandelblit: nell’inchiesta “1000” ha indagato Netanyahu per frode e abuso di ufficio per aver ricevuto regali da uomini del mondo degli affari; con l’inchiesta “2000” il premier è accusato di aver stretto patti con Arnon Mozes, proprietario della Israel Hayom: in cambio di un atteggiamento di favore gli avrebbe garantito modifiche alla legge sull’editoria volte a sostenerne la testata free press; poi vi è la “4000”, dove Netanyahu, che era anche ministro delle Comunicazioni, avrebbe favorito con una legislazione ad hoc l’azienda telefonica Bezeq, che è anche proprietaria del sito di notizie Walla.
Per Netanyahu si è trattato di “Un tentato colpo di Stato contro il primo ministro”, ed ha ribattuto che “Ho dedicato la mia vita allo Stato. Ho combattuto per questo, sono stato ferito”, “bisogna investigare sugli investigatori, perché queste indagini sono inquinate”.