di Enrico Oliari –
Attacco questa mattina a Holon, sobborgo di Tel Aviv, dove un uomo originario della Cisgiordania ha assassinato con un coltello due passanti anziani, un uomo e una donna, e ne la feriti altri tre. L’attentatore, un palestinese di 34 anni di Salfit, ha estratto il coltello e inferto colpi a chi trovava sulla sua strada, mietendo vittime anche a centinaia di metri l’una dall’altra. L’uomo, entrato in Israele senza permessi, è stato poi ucciso dalle forze di sicurezza.
L’attentato segue un’aggressione dell’esercito israeliano nella tendopoli che ospitava sfollati nel cortile dell’ospedale dei Martiri di al-Aqsa a Deir al-Balah: lì i militari hanno ucciso quattro persone tra cui una donna e ne hanno ferie diverse.
Il premier Benjamin Netanyahu, sotto indagine dell’Alta corte penale internazionale per crimini di guerra e genocidio, ha garantito che “risponderemo ad ogni attacco e chiederemo un prezzo molto alto”, tuttavia è facile desumere che attacchi come quello di oggi verso cittadini israeliani si verificheranno sempre più spesso. Il numero delle vittime dell’operazione israeliana su Gaza è ormai quasi a 40mila morti, di cui un terzo bambini.
Intanto l’aeronautica israeliana ha bombardato nel sul del Libano postazioni di Hezbollah per il lancio di razzi verso Israele, nell’area di Kfar Kila. Tra le vittime vi sarebbe anche un miliziano di Hezbollah.
Un raid israeliano di oggi su una scuola di Gaza ha provocato una decina di morti.
E’ invece attesa per domani la risposta iraniana all’uccisione, avvenuta a Teheran con un missile, del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, e il ministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri ha twittato che “La situazione nella regione mediorientale è molto delicata per i continui crimini dovuti alle pericolose avventure della banda che governa a Tel Aviv”.
Com’è avvenuto in aprile, con tutta la probabilità la reazione iraniana è stata concordata in questi giorni al fine di evitare un’escalation dagli esiti imprevedibili, ma le cancellerie di tutto il mondo hanno invitato i propri cittadini a non recarsi nel sud del Libano e nel nord di Israele.