Israele. Trovati i corpi di sei ostaggi: monta la rabbia contro Netanyahu

di Enrico Oliari

C’è rabbia in Israele contro il premier Benjamin Netanyahu e il suo governo di estrema destra religiosa. Dopo quasi un anno di guerra, con oltre 40mila palestinesi uccisi a Gaza di cui un terzo bambini, l’obbiettivo di portare a casa vivi gli ostaggi non è stato mantenuto, la regione è in fiamme e nell’opinione pubblica mondiale è cresciuta in modo esponenziale l’avversione verso Israele e verso i 750mila coloni che occupano illegalmente i territori dei palestinesi.
Che a Netanyahu interessi rimanere al potere a tutti i costi per schivare i processi giudiziari è cosa risaputa, a maggior ragione dopo che l’Alta corte di Giustizia dell’Onu ha fatto sapere di volerlo processare per genocidio, ed anche il leader dell’opposizione Yair Lapid (Yesh Atid) ha dichiarato che “i nostri figli e le nostre figlie muoiono in prigionia, mentre Netanyahu è impegnato a fare giri di parole: non gli interessano né l’asse Filadelfia né i vaccini antipolio, ma solo la coalizione e di tenersi stretti Smotrich e Ben Gvir”.
Nei tanti bombardamenti e distruzioni di tunnel operati dall’esercito israeliano ne è stato oggi ritrovato uno nel sud della Striscia di Gaza con i corpi di numerosi palestinesi, ma anche di sei dei 251 ostaggi presi da Hamas nella sortita del 7 ottobre. Si tratta di quattro uomini e due donne, secondo l’Idf “uccisi brutalmente da Hamas poco prima dell’arrivo delle truppe”, mentre Izzat al-Rishq, alto funzionario del partito di Gaza sarebbero stati uccisi da attacchi aerei israeliani. Comune sia andata, Times of Israel ha riportato proprie fonti militari secondo cui i sei erano nella lista di coloro che dovevano essere rilasciati in base alla proposta di accordo.
Dopo mesi di proteste popolari contro Netanyahu e il suo governo, culminate spesso in disordini e arresti, l’associazione dei famigliari delle persone sequestrate ha annunciato per domani una maxi-manifestazione a Tel Aviv, e già i sindacati hanno dato la loro adesione proclamando lo sciopero generale. Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha comunicato che “domani Israele tremerà: Netanyahu ha abbandonato gli ostaggi”.
Netanyahu ha cercato di svincolarsi invano dalle critiche incolpando Hamad e affermando che “non vogliono negoziare: chi uccide gli ostaggi non vuole un accordo”, ma ormai sono in pochi a credergli in Israele, al punto che i famigliari di due dei rapiti si sono rifiutati di accettare le sue condoglianze e di parlare con lui.
Il presidente Usa Joe Biden se l’è presa di prassi con Hamas (uno dei sei corpi rinvenuti apparteneva all’israelo-statunitense Hersh Goldberg-Polin): “pagheranno per i loro crimini”, ha affermato, pur aggiungendo che “continueremo a lavorare per un accordo volto al rilascio di tutti gli ostaggi”. Lo stesso accordo che Netanyahu e il suo governo non vogliono.