Israele. Trump a Tel Aviv. Netanyahu, ‘noi garantiamo tutti, cristiani, musulmani come ebrei’

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Da Riad il presidente Usa Donald Trump si è recato in Israele, un viaggio diretto e senza scali, cosa solitamente non consentita dalle autorità saudite che non riconoscono ufficialmente Tel Aviv. D’altro canto il suo proposito è quello di mettere un po’ di ordine da quelle parti, e già a Riad ha auspicato un impegno comune delle tre religioni monoteistiche, anche ebraica, contro il terrorismo.
Ad accoglierlo all’aeroporto Ben Gurion il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il quale nel breve saluto gli ha detto che “Israele condivide il suo impegno per la pace e tende la mano ai palestinesi”, nonostante solo pochi giorni fa avesse platealmente stracciato il documento di Hamas con cui il partito egemone a Gaza riconosceva i confini palestinesi del 1967, e quindi implicitamente quelli israeliani.
Riprendendo le parole di Trump pronunciate in Arabia Saudita, Netanyahu ha detto che “Israele ha fatto e fa esattamente questo”, cioè persegue la pace e lotta contro il terrorismo; si è poi riferito al suo paese affermando che Israele è “uno Stato moderno, dinamico e democratico”, che “garantisce i diritti di tutti” e difende cristiani e musulmani come difende gli ebrei.
Ha poi aggiunto di sperare che “un giorno un premier israeliano possa volare da Tel Aviv a Riad in un viaggio di pace”.
Da parte sua Trump, che comunque incontrerà a Ramallah anche il leader palestinese Abu Mazen, ha affermato che “Sono venuto qui per riaffermare il legame indistruttibile tra Stati Uniti e Israele”.
Trump conta di arrivare dove l’amministrazione Obama non è riuscita, ovvero arrivare entro i quattro anni alla risoluzione del conflitto palestinese.
Domani il presidente Usa sarà a Roma per vedere Sergio Mattarella e papà Francesco, quindi volerà a Bruxelles e poi sarà di nuovo in Italia, al vertice di Taormina.