Istituto Friedman, ‘Italia a pieno titolo in Ue e Nato, nessuna paura anzi gratitudine se la Russia ci aiuta’

Le parole del direttore esecutivo Alessandro Bertoldi sul Riformista riaprono in prospettiva il dibattito sulla posizione dell’Italia e sul ruolo del Cremlino nello scacchiere internazionale (anche nel dopo-Covid).

di Carlo Piedistalli

“La Russia ci manda i suoi aiuti? Ebbene, che male c’è? E perché fare inutili, sterili, polemiche? Perché voler dividere sempre il capello in quattro? Perché temere forme di ‘contagio’ politico della sua sfera di influenza verso l’Italia, considerando che il nostro Paese fa parte, a pieno titolo, della Unione europea, ma anche della Nato e dell’Onu, quindi non vi è alcuna possibilità che possa cadere sotto sfere di influenza altrui?”
Il parere controcorrente e conciliante, soprattutto con la Russia, arriva da un autorevole istituto liberale intitolato a Milton Friedman, dalla voce del direttore esecutivo Alessandro Bertoldi che ne scrive nell’edizione on line de Il Riformista.
“L’Italia, come il resto del mondo, sta vivendo una fase storica drammatica e di gravissima difficoltà non solo per l’emergenza sanitaria globale dovuta all’esplosione della pandemia da Covid19, ma anche per l’arrivo di una devastante recessione economica che metterà a dura prova il sistema liberale e liberista, imperniato sul libero mercato e la concorrenza, che caratterizza, ormai dal secondo dopoguerra, le economie dei Paesi nord-occidentali che, come regime politico, hanno la forma di democrazie, parlamentari o semi-presidenziali, ma sempre democrazie”.
“Altri Paesi, europei come asiatici, dalla Russia alla Cina vedono invece altre forme di regime politico interno: nel caso della Russia si suole parlare di ‘democratura’, nel caso della Cina di un regime ‘autoritario’ o ‘dittatoriale’ perché basato sul predominio del partito unico, quello comunista. E, di conseguenza, hanno anche, a loro volta, forme di organizzazione della vita economica e sociale molto diversa da quella delle nostre democrazie a capitalismo avanzato. Ma, invece di stare a discutere come sono organizzati quei regimi e quei sistemi politici dal punto di vista politico, economico e sociale – materia per storici e politologi – guardiamo a quello che accade, alle cose vere e concrete”.
“Nel grave momento di grave difficoltà che stiamo vivendo le dimostrazioni di vicinanza e di supporto concreto di popoli amici non possono che rappresentare fonte di sollievo, morale e materiale, che ci permette di combattere con ancora più convinzione la battaglia contro il Covid-19”.
“A coloro che stanno aiutando il nostro Paese, dunque, non può che essere rivolto un profondo senso di gratitudine, nella consapevolezza che questo aiuto non verrà mai dimenticato dagli italiani. Ci ha colpito, in particolare, la tempestiva e solidale azione della Federazione Russa, che – nonostante le innegabili divergenze in tema di politica internazionale e senza dimenticare che nei suoi confronti sono ancora in vigore diverse sanzioni economiche – si è dimostrata pronta ad affermare, senza esitazioni, la prevalenza del bene vita rispetto a quello delle logiche politiche. Una scelta di principio che si è declinata attraverso l’invio, nell’arco di soli tre giorni, di ben 15 aerei cargo Il-76, insieme a oltre 120 medici militari, virologi ed epidemiologi e milioni di mascherine, ventilatori e altri dispositivi medico-sanitari che stanno aiutando il nostro Paese a combattere la nostra terribile emergenza sanitaria”.
“Di fronte a una così pronta dimostrazione di umanità – umanità che, invece, è del tutto mancata, fino a oggi, a quell’entità che dovrebbe essere per noi la prima e più importante fonte di supporto e aiuto, l’Unione Europea – sbiadiscono e per certi versi feriscono le polemiche create ad arte contro gli aiuti che vengono dallo stato russo”.
“E anche la dura polemica tra lo stato russo e il nostro Paese in merito all’inchiesta giornalistica di un cronista italiano, al di là del tentativo di ledere o intimidire la nostra stampa (tentativo che, ovviamente, rispediamo al mittente da qualsiasi parte provenga), non può farci sviare dal punto: la Russia – come altri stati non di appartenenza ‘occidentale’ (la Cina, ma anche Cuba, l’Albania, stati sudamericani, etc) – ci stanno aiutando con grande generosità e grande cuore”.
“L’ormai ex candidato alla presidenza per i democratici Usa, Michael Bloomberg, ha persino insinuato, dimostrando scarsissima sensibilità istituzionale di fronte alla situazione di gravissima emergenza in corso, che l’invio di aiuti al nostro Paese rappresenterebbe il frutto di un accordo segreto in virtù del quale l’Italia si sarebbe impegnata a promuovere l’eliminazione delle sanzioni commerciali imposte alla Russia. Questa polemica ha senza dubbio incentivato anche altri Paesi ad aiutarci maggiormente, invece che a polemizzare, a partire dagli Stati Uniti che stanno fornendo aiuti materiali in queste ore, come ha ricordato e ringraziato gli Usa pubblicamente il nostro premier nella sua intervista alla Nbc di fine marzo”.
“Il tema delle sanzioni contro la Russia non c’entra nulla con questa crisi, ma è al centro del dibattito politico nazionale: già da alcuni anni gran parte delle forze politiche si sono espresse contro una misura che danneggia fortemente le imprese italiane. Siamo certi, però, e di questo possiamo rassicurare gli amici americani, che se si dovesse arrivare a uno sblocco della situazione e a una riconsiderazione, in sede Ue, delle sanzioni contro la Russia, ciò non avverrà in un’ottica di do ut des, bensì solo dopo a un ragionamento svolto insieme ai nostri partner strategici e in un’ottica di completa trasparenza, come da tradizione del nostro Paese”.
“Ma nell’Unione Europea, intanto, sembra non esserci più alcuna velleità solidale verso il nostro Paese: la Repubblica Ceca fa sparire le nostre mascherine, che poi ricompaiono; la Polonia nega addirittura lo spazio aereo agli aerei russi carichi dei nostri aiuti. Tutti episodi che non possono che preoccuparci, date le scarse dimostrazioni di generosità nel confronti del nostro Paese, in questo momento di emergenza, proprio da parte degli alleati europei più solidi”.
“Questa pandemia sarà senza dubbio una circostanza che, superata l’emergenza, aprirà grandi dibattiti in seno alle organizzazioni sovranazionali di cui facciamo parte e al modo e ai termini in cui l’Italia deve farne parte”. Così Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman Institute.