Italia: rating confermato, distorsione Grecia

di Marco Pugliese –

Conti pubblici: arrivano le “pagelle”, ad un anno esatto dal rapporto di JP Morgan sulla solvibilità (e quindi solidità) dei nostri titoli di stato, vera architrave del sistema economico. Lo scenario che si sviluppa con questi asset (in realtà è allo studio un cambiamento dei parametri pil/debito, troppo legati agli anni’v90) a volte è quantomeno stravagante: si ha in questo caso una stagnazione italiana ed una “ripresa” greca. Le virgolette sono d’obbligo vista la reale situazione dell’economia ellenica.
Standard and Poor’ s blocca il rating italiano, pil debole e tenuta dei conti non convincono gli esperti americani.

Il problema crescita, ma gli italiani risparmiano.
Pare uno scoglio complesso la debole crescita reale e nominale, valutata come principale rischio a medio termine nel contesto dell’affidabilità creditizia del sistema Italia. Ma la penalizzazione (rispetto ad esempio agli Usa) arriva dalle famiglie italiane, che preferiscono non spendere e risparmiare. In questo modo il debito privato (che genera le crisi) non cresce ma gonfia quello pubblico, in affanno dagli stimoli bassi.

Governo Conte 2 credibile, ma crescita nel 2020.
Dopo le stime Ue che confermavano positivi i target fiscali del governo, arrivano le analisi di Standard and Poor’s, che confermano queste stime. L’area euro cresce 1,1%, l’Italia allo 0,1% e questo dato porta l’agenzia a credere che il nostro paese possa crescere solo nel 2020.

Italia BBB-, Grecia da B a BB+, perché?
Italia stagnante, Grecia promossa. Un dato eclatante, visto che fino a qualche tempo addietro il titolo greco era considerato in gergo “spazzatura”. Come è possibile? Accade a causa dei conti pubblici, la Grecia rispetto alla settima/ottava economia mondiale (cioè noi) ha contenuto la spesa e quindi per S&P ha migliorato il proprio giudizio. L’ economia reale però non vede la Grecia in miglioramento concreto. Succede che l’ Argentina, ora praticamente in default è passata da B stabile (2017) a CCC-, ovvero “spazzatura”, a causa dell’esplosione della spesa pubblica, in tilt per rientro del debito da parte degli Usa. L’ Argentina era a CCC- nel 2014 (con spesa pubblica esplosa ma una vita media migliorata) per poi passare a B+ nel 2017 a causa dell’applicazione di manovre non espansive ma fondate sul rigore. Manovre che entusiasmarono agenzie e mercati, ma non gli argentini, più poveri e disoccupati. Ora per salvare il paese si ripropone l’ennesimo salvataggio bancario, che gonfierà il rating, ma nulla più. Questo dimostra senza mezzi termini quanto sia importante rimodulare i parametri.

Scheda di definizione- cosa è il rating?
Il rating è un giudizio che viene espresso da un soggetto esterno e indipendente, l’agenzia di rating, sulle capacità di una società di pagare o meno i propri debiti. Si tratta quindi di una valutazione sintetica del profilo di rischio di credito della società e riassume le informazioni quantitative e qualitative che la banca ha a disposizione sull’impresa, in relazione all’insieme delle informazioni disponibili sulla totalità delle imprese clienti e sul loro comportamento di rimborso nel corso del tempo.