Kazakistan. Elezioni legislative: il partito al governo Nur Otan rafforza il suo potere

di Alberto Galvi

In Kazakistan si è votato lo scorso 10 gennaio per la Camera bassa del parlamento, il Mazhilis. Al partito di governo Nur Otan, che controlla 84 dei 107 seggi del Mazhilis, è andata la vittoria in un’elezione parlamentare senza opposizione, cementando un regime autoritario nonostante le promesse di riforme. Nursultan Nazarbayev, l’ex presidente si è dimesso nel 2019, ma rimane estremamente influente come presidente del consiglio di sicurezza nazionale e leader del Nur Otan.
Gli altri partiti di governo che hanno partecipato alle elezioni sono: Ak Zhol, Auyl, Adal e PPK (People’s Party of Kazakhstan), ma nessuno ha apertamente criticato Nazarbayev o il suo successore scelto con cura, il presidente Kassym-Jomart Tokayev, che ha promesso delle graduali riforme politiche.
Il principale partito di opposizione è il NSDP (National Social Democratic Party). Inizialmente il vicepresidente del partito Aidar Alibayev ha dichiarato che l’obiettivo era vincere, ma poi il partito ha boicottato le elezioni.
Il parlamento è composto dal Senato e dal Mazhilis. Quest’ultimo è composto da 107 seggi di cui 98 membri eletti direttamente in un unico collegio elettorale nazionale con voto di rappresentanza proporzionale per un mandato di 5 anni e 9 eletti indirettamente dall’Assemblea del popolo del Kazakistan, la quale è composta da 350 membri su nomina presidenziale. Quest’organo consultivo è designato per rappresentare le minoranze etniche del Paese.
Il Senato è composto da 49 membri di cui 34 sono eletti indirettamente a maggioranza con voto a 2 turni dalle assemblee di livello oblast, una suddivisione amministrativa pari alla provincia e 15 membri nominati con decreto del presidente. I senatori sono eletti per un mandato di 6 anni, con la metà che rinnovano la votazione ogni 3 anni.
Lo scorso anno l’economia del Kazakistan è diminuita del 2,5 per cento mentre è alle prese con gli effetti della pandemia di coronavirus, nonostante possieda notevoli riserve di combustibili fossili, uranio, rame e zinco, con un ampio settore agricolo composto da bestiame e grano, ma il soffocante autoritarismo e la dipendenza dagli idrocarburi hanno lasciato pochi sbocchi alla diversificazione economica.
Tokaiev ha annunciato riforme politiche per il 15 gennaio, ma la comunità internazionale è scettica, nonostante nei giorni scorsi il presidente abbia firmato la ratifica parlamentare che impegna i firmatari all’abolizione della pena capitale.
A livello internazionale il Kazakistan mantiene buoni rapporti con la Russia, la Cina, l’Ue e gli Usa. Durante il voto ci sono state delle manifestazioni di protesta nella più grande città del Paese, Almaty, con decine di fermati molti dei quali sono già stati rilasciati.