Kirghizistan. Elezioni parlamentari: i partiti filo-governativi ottengono la maggioranza

di Alberto Galvi

Le elezioni parlamentari del 28 novembre scorso in Kirghizistan hanno sancito la vittoria dei partiti filo-governativi, ma con una bassa affluenza alle urne e tra le accuse di brogli. Circa 6 milioni di persone hanno votato per i 90 seggi del Consiglio supremo unicamerale, in calo rispetto ai 120 della precedente legislatura dopo che un referendum nazionale ha approvato modifiche alla Costituzione, le quali hanno tra l’altro conferito al presidente e al suo governo maggiori poteri rispetto al primo ministro.
I partiti filo governativi che hanno ottenuto la maggioranza dei voti sono Ata-Jurt, Ishenim, Yntymak e Yyman Nur, ma vi sono stati anche candidati filo-governativi che hanno vinto nei distretti monomandatari. I due partiti dell’opposizione che sono entrati in parlamento sono Butun e Ata-Meken. Diversi partiti di opposizione, tra cui Ata-Meken, Azattyk e Uluttar Birimdigi non riconoscono i risultati, accusando la Commissione elettorale centrale di aver modificato i numeri dei voti.
Il primo ministro avrà il sostegno dal partito di maggioranza o dalla coalizione di maggioranza e sarà nominato dal presidente. Con la vittoria in questa elezione parlamentare il presidente Sadyr Japarov rafforza ulteriormente il suo potere: Japarov, che ha trascorso quattro anni in esilio, è stato in prigione fino all’ottobre dello scorso anno quando è stato liberato dai suoi sostenitori, scesi in piazza dopo un’elezione parlamentare che è stata considerata ampiamente truccata e i cui risultati sono stati rifiutati da diversi partiti politici.
A livello internazionale Japarov ha implementato i suoi legami con la Russia e con la Cina, ma non ha consentito agli Stati Uniti di stabilire una base militare nel paese in aggiunta alla struttura russa esistente, che consente a Mosca di proiettare la sua influenza in tutta la regione.
Lo sviluppo economico del Kirghizistan continua ad essere ostacolato dalla corruzione. Inoltre il rallentamento delle economie di Russia e Cina e i bassi prezzi delle materie prime continuano a rallentare la crescita economica. Il commercio e gli investimenti su larga scala promessi dal governo stanno tardando a svilupparsi facendo aumentare il numero dei disoccupati e costringendo molti giovani a cercare lavoro fuori dal paese.