Kirghizistan. Il parlamento ha nominato primo ministro Sadyr Zhaparov

di Alberto Galvi

Il parlamento del Kirghizistan ha nominato primo ministro Sadyr Zhaparov, dopo che è stato liberato dalla prigione dai suoi sostenitori che protestavano contro i risultati delle elezioni parlamentari del 4 ottobre. L’ex repubblica sovietica ha una popolazione di soli 6,5 milioni di abitanti.
Il Kirghizistan è stato sconvolto da disordini a causa delle accuse di acquisto di voti, che hanno portato all’invalidazione dei risultati elettorali dello scorso 5 ottobre da parte della commissione elettorale.
I risultati delle elezioni avevano visto i partiti alleati di Jeenbekov vincere la maggior parte dei seggi, tra le accuse di acquisto di voti di massa. Prima di cancellare i risultati, l’autorità elettorale ha annunciato che solo 4 partiti su 16 sono riusciti a varcare la soglia parlamentare.
Ben 63 membri dell’attuale parlamento hanno approvato all’unanimità il nuovo incarico di Zhaparov e il suo gabinetto.
Il parlamento kirghiso è unicamerale ed è composto da 120 seggi, ha molti poteri incluso quello di nominare il primo ministro, mentre il presidente è eletto direttamente dalla maggioranza assoluta del voto popolare, in due turni se necessario e per un solo mandato di sei anni. Il primo ministro è nominato dal partito di maggioranza o dalla coalizione di maggioranza nel Consiglio supremo o parlamento.
Zhaparov ha chiesto riforme costituzionali in anticipo sulle nuove elezioni presidenziali e parlamentari e prima che il parlamento si esprimesse sulla sua candidatura, lo speaker Myktybek Abdyldayev si è dimesso, il che significa che Zhaparov assumerebbe anche i poteri presidenziali se Jeenbekov dovesse farsi da parte.
I sostenitori di Zhaparov si erano scontrati lo scorso venerdì con i seguaci di alcuni altri partiti che avevano nominato il proprio candidato per il primo ministro, Omurbek Babanov.
L’opposizione del Kirghizistan è divisa tra 11 partiti che rappresentano gli interessi dei diversi clan. Nell’ultima tornata elettorale più di 1.200 persone sono rimaste ferite e una persona è stata uccisa, in scontri scoppiati il 5 ottobre scorso.
Ben due presidenti sono stati rovesciati in Kirghizistan negli ultimi 15 anni. Le precedenti rivolte hanno spazzato via Askar Akayev, al potere dal 2005 e dal 2010, ed hanno espulso il presidente Kurmanbek Bakiyev.
Il Kirghizistan ha avuto una storia di disordini politici e di rivolte popolari da quando ha ottenuto l’indipendenza dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica nel 1991.
A livello internazionale Russia e Cina hanno espresso preoccupazione per la crisi in quanto i russi hanno lì una base militare, mentre la Cina è un importante partner commerciale. Inoltre Il Kirghizistan dipende fortemente dalla Russia dal punto di vista economico.
L’economia del paese è dominata dall’estrazione di minerali, dall’agricoltura e dalla dipendenza dalle rimesse dei cittadini che lavorano all’estero, sopra tutto negli altri Paesi ex sovietici. I principali prodotti del Paese sono cotone, lana e carne, mentre le esportazioni vertono su cotone, mercurio, uranio, oro, gas naturale e da alcuni anni elettricità. Il Paese ha cercato di attirare investimenti stranieri per espandere la sua base di esportazione, compresa la costruzione di dighe idroelettriche, la la struttura politica scoraggia i potenziali investitori a causa del clima instabile e per via di una battaglia legale in corso per una struttura condivisa con una società canadese, che è la più grande miniera d’oro della nazione.