Kirghizistan. Japarov ha vinto le elezioni presidenziali e il referendum sulla riforma costituzionale

di Alberto Galvi

Alle elezioni presidenziali in Kirghizistan Sadyr Japarov ha vinto con uno schiacciante numero di voti, il che significa che non ci sarà alcun ballottaggio. Inoltre in questa stessa tornata elettorale si è votato per un secondo referendum sulla riforma costituzionale proposto da Japarov. In questo caso l’84 per cento degli elettori ha approvato un sistema di governo presidenziale, riducendo di fatto il potere del parlamento.
Il Consiglio supremo è composto da 120 seggi, con partiti eletti direttamente in un unico collegio elettorale nazionale con un voto di rappresentanza proporzionale a liste di partito chiuse. I membri selezionati dalle liste di partito rimarranno in carica per 5 anni.
La crisi politica in Kirghizistan è stata innescata dal crollo del governo precedente ed è iniziata lo scorso ottobre con le violenti proteste che hanno portato Japarov dalla prigione alla carica di primo ministro e sono culminate con l’assunzione della presidenza ad interim prima che si candidasse per la carica di presidente della Repubblica.
Il primo ministro Kubatbek Boronov si era dimesso il 9 ottobre 2020 a seguito di massicce proteste indotte dai controversi risultati delle elezioni legislative del 4 ottobre 2020. Japarov, che è stato condannato a una lunga pena detentiva per il rapimento di un governatore provinciale come parte di una protesta, ha avuto la sua sentenza annullata durante i disordini di ottobre e ha superato di gran lunga 16 rivali presidenziali.
Da quando è stato nominato primo ministro Japarov si è ripetutamente impegnato a mantenere uno stretto rapporto con la Russia, la quale gestisce una base aerea militare nel Paese asiatico ed è la destinazione principale di centinaia di migliaia di lavoratori migranti kirghisi.
La Cina è un altro partner commerciale del Kirghizistan, la cui economia è stata martoriata dalla pandemia di coronavirus e dalle conseguenti interruzioni del commercio e dei viaggi.
All’inizio del 2010 la condanna in carcere di Japarov deriva dalla sua campagna per nazionalizzare la gigantesca miniera d’oro di Kumtor gestita dalla società canadese Centerra Gold. Dopo essere salito al potere lo scorso anno tuttavia avrebbe solo garantito che i profitti fossero equamente divisi.
Prima di far cadere il governo del presidente Sooronbai Jeenbekov in ottobre, proteste violente hanno deposto i presidenti nel 2010 e nel 2005. Un altro ex capo di Stato, Almazbek Atambayev, è agli arresti con l’accusa di corruzione. In questo caso era la terza volta che un capo di Stato kirghiso si dimetteva in seguito alle proteste dall’indipendenza nel 1991.
La campagna elettorale di Japarov, che combinava valori tradizionali con promesse come il raddoppio della spesa sanitaria, ha predisposto favorevolmente gli elettori alla sua elezione, soprattutto nelle zone agricole.