Kirghizistan. Scontri lungo il confine con il Tagikistan, decine di morti

di Alberto Galvi

La scorsa settimana i combattimenti lungo il confine tra Tagikistan e Kirghizistan hanno lasciato sul campo almeno 50 morti. Centinaia i feriti tra le forze tagike e kirghise, mentre sarebbero 10mila gli evacuati. Gli scontri sono scoppiati il 28 aprile per una disputa sulle infrastrutture fluviali che interessano la fertile valle di Fergana, con demarcazioni di confine incerte che risalgono all’era della caduta dell’Unione Sovietica nel 1989 e all’indipendenza dei due paesi, nel 1991. Settimana scorsa le autorità del Tagikistan hanno piazzato alcune telecamere presso un impianto idrico di fatto condiviso nella zona di Batken, ed in un primo momento avevano accolto la richiesta di Biskek di toglierle, salvo poi ripensarci.
Le violenze del 29 aprile scoppiate nella regione di Batken sono state di gran lunga le più gravi dall’indipendenza nel 1991, e hanno suscitato i timori di una più ampia escalation. I combattimenti hanno colpito almeno una dozzina di villaggi nei distretti del Kirghizistan di Batken e Leilek, che confinano entrambi con il Tagikistan, con il primo che circonda l’ex enclave tagika di Vorukh.
Il cessate-il-fuoco stabilito ieri nel corso di una telefonata tra il presidente tagiko Emomali Rahmon e quello kirghiso Sadyr Japarov sembra aver fermato per il momento gli scontri, che hanno visto persino gli abitanti dei villaggi dalle parti opposte scagliarsi pietre e le guardie di frontiera unirsi alla mischia con pistole e mortai, ed anche l’impiego, stando alle testimonianze dei kirghisi, di un elicottero d’attacco tagiko.
Sono circa mille i chilometri di frontiera contestati fra i due paesi, una realtà che porta spesso ad attriti con conseguenti vittime.
Nella regione di Batken la polizia kirghisa ha incolpato i cittadini tagiki per l’escalation, dicendo che hanno iniziato a sparare contro un’unità militare situata nel villaggio di Kok-Tash, mentre dal lato tagiko vicino al villaggio kirghiso di Ak-Sai sono stati segnalati colpi di arma da fuoco.
La Russia e il vicino Uzbekistan si sono detti pronti a mediare.