Kurdistan Irq. La regione è sotto attacco di Iran e Turchia

di Shors Surme

ERBIL (Kurdistan Irq). Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che l’ultima iniziativa militare della Turchia contro i combattenti curdi nella regione del Kurdistan Iracheno e nel nord della Siria non si limita a un’operazione aerea, facendo quindi presagire che seguirà un’operazione di terra. Ancora Erdogan non aveva ancora finito di parlare, che il governo degli ayatollah iraniani aveva cominciato a bombardare la zona del Kurdistan dell’Iraq.
Già domenica il massiccio bombardamento turco della zona del Kurdistan dell’Iraq e del Kurdistan della Siria hanno ucciso diverse persone innocenti, mentre lunedì è stato l’Iran ad attaccare principalmente le città di Erbil e di Sulaymaniyah, i due centri principali del Kurdistan dell’Iraq. Nell’attacco sono morti diversi peshmerga curdi.
Il Pdki ha affermato in una nota che “Questi indiscriminati attacchi arrivano in un momento in cui il regime terrorista dell’Iran non è in grado di fermare le dimostrazioni in corso nel Kurdistan iraniano”; le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno dichiarato invece che “In continuità con le misure adottate dall’Iran per affrontare i gruppi separatisti curdi nel nord dell’Iraq, al confine ovest dell’Iran, le forze di terra hanno iniziato un nuovo ciclo di attacchi alle loro basi questa mattina presto e hanno inflitto pesanti perdite alle forze curde”.
Il Kurdistan Human Rights Network (KHRN), con sede a Parigi, ha dichiarato che quattro persone sono state uccise lunedì mattina. Sono stati identificati come Jawahar Fattahi, Jamal Aazami, Tahisn Mirir ed Esmail Golanbar. Diverse ore dopo è stata segnalata la morte di Masoud Teymouri.
Dozzine di persone sono rimaste ferite quando i proiettili sono piovuti sui manifestanti, e molti sono corsi al riparo dietro gli alberi e nei vicoli, con il fumo che si alzava per le strade.
Nella città di Piranshahr, nella provincia iraniana dell’Azerbaigian Occidentale, migliaia di persone in lutto hanno preso parte ai cortei funebri di due manifestanti uccisi domenica dalle forze iraniane, ma sono stati attaccati. Nessun manifestante sarebbe rimasto ucciso, ma molti sono i feriti, colpiti da proiettili veri.
Almeno 91 manifestanti curdi sono stati uccisi dalla morte di Mahsa (Zhina) Amini, la quale era sotto la custodia della Polizia morale il 16 settembre: il fatto ha scatenato il movimento di protesta in tutto il paese. Il numero di manifestanti uccisi in tutto il paese lunedì mattina era di 419, inclusi 60 bambini e adolescenti, secondo un conteggio fornito dall’agenzia di stampa degli attivisti per i Diritti umani (HRANA), con sede negli Stati Uniti.