Kurdistan Siriano. Bomba ad orologeria il campo di al-Hol: 62 mila fra combattenti dell’Isis e famigliari

I paesi di provenienza non vogliono riprenderli.

di Shors Surme

Le forze curde sono entrate nel campo di detenzione di al-Holm sito nel Kurdistan Siriano (Rojava), per rintracciare e catturare i miliziani dello Stato Islamico che hanno intimidito, reclutato e ucciso i residenti.
L’operazione è cominciata su larga scala proprio nel campo di al-Hol nelle prime ore di domenica scorsa, prendendo di mira le cellule dormienti dello Stato Islamico (ISIS).
Il campo è diviso in due sezioni, la più grande per siriani, iracheni, tunisini e marocchini, mentre la più piccola per i non arabi. In entrambe i jihadisti dello Stato Islamico hanno preso il comando. Si dice che abbiano imposto rigidi codici di abbigliamento per le donne e pratiche religiose ferree, reclutando bambini per creare una nuova generazione di militanti.
Il campo al-Hol ospita 62mila persone, di cui l’80% sono donne e bambini; vi sono 2.500 famiglie di altre 60 nazionalità, per le quali nessuno si fatto il carco di farle tornare nei loro paesi d’origine, in quanto vengono considerate una minaccia per la sicurezza.
Le autorità curde, che hanno ripetutamente fatto appello per il rimpatrio delle donne e dei bambini del campo, considerano al-Hol una bomba a orologeria pronta a esplodere.
Il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha visitato questa settimana il campo di al-Hol, dove ha esortato la comunità internazionale a lavorare pr trovare una soluzione definitiva su cosa fare per le migliaia di persone provenienti da tutto il mondo che vivono nel campo. “Questo è davvero il posto dove la speranza sta per morire”.
“È scandaloso che la comunità internazionale ignori un posto del genere e che questa situazione venga vista come un problema umanitario insormontabile, ma purtroppo le divergenze politiche continuano a impedire di trovare una soluzione duratura per coloro che sono rimasti bloccati qui: invito tutti i Paesi coinvolti a trovare soluzioni praticche”, ha concluso.