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Il Kuwait apre le porte ai lavoratori etiopi, dopo che le Filippine hanno posto fine agli espatri, anche per il caso di una donna, Joanna Demafelis, torturata e uccisa e il cui corpo è stato rinvenuto dopo quasi due anni nella cella frigorifera dei suoi datori di lavoro.
In Kuwait scarseggia la mano d’opera, ma come avviene per gli altri paesi del Golfo i lavoratori provenienti dai paesi meno sviluppati sono spesso costretti a turni massacranti, a scadenti qualità di vita e a stipendi irrisori.
Una realtà denunciata da diverse ong impegnate per i diritti umani, ma visibile ad esempio nel caso del Qatar, dove operai impiegati nei cantieri dei mondiali di calcio del 2022 sono morti per fatica, carenza di cibo e di cure mediche.
Talal al-Maarifi, del dipartimento per gli Affari interni, ha spiegato che la decisione delle Filippine di vietare gli espatri nei paesi del Golfo si è tradotta con un’importante carenza di mano d’opera, mentre l’Etiopia ha eliminato il divieto. Ad oggi sono 15mila i lavoratori etiopici già’ residenti in Kuwait.