di Francesco Frasca * –
Gazprom: fine di un attore geopolitico mondiale? Dopo l’invasione dell’Ucraina, Gazprom ha visto il proprio output produttivo crollare ai minimi storici, con un utile netto ridotto del 41% nel primo semestre del 2023. Il tentativo di ricatto energetico di Putin verso l’Europa si è rivelato un fallimento, portando a conseguenze negative per il colosso del gas russo.
Secondo la “dottrina energetica” elaborata nel 2003, “il ruolo della Russia nei mercati energetici mondiali determina in larga misura la sua influenza geopolitica”, e i settori del petrolio e del gas sono gli “strumenti della sua politica interna ed estera”. Gazprom, un oligopolio statale, è in Russia una società che si batte per la liberalizzazione del mercato interno del gas, ora di fatto sovvenzionato e controllato dallo Stato, e all’estero il braccio armato di chi usa l’arma energetica per minacciare che nulla può essere fatto in tale campo senza di essa.
Dietro questa duplice strategia, a volte di difficile lettura, il messaggio che appare implicitamente è molto chiaro: la Russia è ritornata ad essere una grande potenza; un tempo militare ed ideologica, ora superpotenza “energetica”, ma che si concentrerà principalmente sui suoi clienti asiatici. Le analisi delle relazioni energetiche tra la Ue e la Russia sono state caratterizzate da un sostanziale grado di interdipendenza: la Russia è attualmente il primo fornitore di energia dell’Ue, che è la prima destinazione di esportazione dalla Russia grazie a Gazprom, la cui penetrazione diretta ed indiretta nei Paesi Ue consiste nelle partecipazioni in società europee, e nella creazione di filiali comuni con i partner europei. L’embargo totale dell’Ue del petrolio russo cancellerebbe una delle principali entrate di Mosca, con cui supporta la guerra in Ucraina. Quali le scelte alternative di Gazsprom allo studio?
Nel quadro del gioco di influenze della Russia in Nord Africa e in Medio Oriente, numerosi accordi per la vendita di armi siglati dalla Russia con la Siria e l’Algeria sono stati assortiti da progetti di cooperazione di Gazprom con le compagnie petrolifere locali, per lo sfruttamento dei giacimenti. La Russia ha fatto delle offerte di cooperazione a un buon numero di altri paesi della regione: Egitto, Iran, Libia, ecc. Questo aspetto della politica economica della Russia in Nord Africa e Medio Oriente riveste una forte dimensione politica per le crescenti tensioni con l’Ue riguardanti le sfide dell’interdipendenza gasifera a partire dalla metà degli anni 2000 (vedi in particolare le crisi del gas con l’Ucraina). Le autorità russe promuovono egualmente in maniera molto attiva le loro tecnologie nucleari civili nella zona, con la determinazione di sviluppare queste cooperazioni in un campo di forte portata simbolica e politica.
Mentre diminuiscono le forniture di gas russo verso l’Unione Europea, Gazprom ha annunciato alla fine del 2021 di aver stabilito un nuovo record storico di consegne di gas verso la Cina. Attualmente Gazprom ha iniziato la fase progettuale e di analisi propedeutica alla costruzione di un nuovo gasdotto da 50 miliardi di metri cubi all’anno tra Russia e Cina. L’infrastruttura, che viene al momento identificata con l’appellativo di Power of Siberia 2, indicata anche come Soyuz Vostok, arriverà in Cina attraversando la Mongolia. Il nuovo gasdotto, lungo 2.594 km (1.612 miglia), partirebbe dai giacimenti di gas di Bovanenkovo e Kharasavey a Yamal. Un nuovo corridoio di gasdotti dovrebbe essere costruito dopo Urengoy, passando per il territorio di Krasnoyarsk, la regione di Irkutsk, la Buriazia e la Transbaikalia. Attualmente non ci sono corridoi del gas esistenti su questa rotta. Il gasdotto passerebbe poi vicino al lago Baikal, passerebbe da Ulan Bator e proseguirebbe verso la Cina. Più avanti ci sarà la possibilità che venga costruito un segmento aggiuntivo per collegare il Power of Siberia con il Power of Siberia 2. In Cina, vicino a Yongqing – Pechino, il gasdotto potrebbe collegarsi al gasdotto Russia-Cina East Line Domestic Extension Phase III (Yongqing – Shanghai) attualmente in costruzione. Per Pechino ciò che conta è un ulteriore rifornimento via terra garantito, che rafforzi la sua strategia di “fuga da Malacca”: la possibilità, nel caso in cui la Guerra Fredda 2.0 diventi calda, che l’US Navy blocchi il trasporto marittimo di fonti energetiche dal sudest asiatico verso la Cina.
L’internazionalizzazione crescente delle imprese russe suscita in occidente il timore di un ritorno dell’imperialismo di Mosca. In questo contesto Gazprom sarebbe un braccio armato del Cremlino e uno strumento diplomatico, una sorta di vettore d’influenza nelle ex repubbliche sovietiche e nell’Ue. L’avvio delle forniture alla Cina attraverso il Power of Siberia 1 e 2 (di futura costruzione) è un evento storico, destinato a ridefinire gli equilibri sullo scacchiere energetico globale. Power of Siberia 2, la cui costruzione dovrebbe iniziare nel 2024, si tratta di un enorme punto di svolta geo-economico, totalmente in linea con la sempre più sofisticata partnership strategica Russia-Cina. Inoltre è anche estremamente importante geo-politicamente, in quanto il gas per Power of Siberia 2 proverrà dagli stessi giacimenti che attualmente riforniscono il mercato dell’Ue. Gazprom deve ora guardare alla Cina per sopravvivere, ma qualsiasi accordo sarà alle condizioni di Pechino, non di Mosca. Le prospettive di recupero di Gazprom sono scarse, con un valore di mercato ora inferiore alla metà di quello di Equinor norvegese e senza potere negoziale nei confronti della Cina.
Dopo l’invasione dell’Ucraina Gazprom ha visto il proprio output produttivo crollare ai minimi storici, con un utile netto ridotto del 41% nel primo semestre del 2023. Il tentativo di ricatto energetico di Putin verso l’Europa si è rivelato un fallimento, portando a conseguenze negative per il colosso del gas russo. Il calo è dovuto alla riduzione delle esportazioni verso i paesi non CSI, con una diminuzione del 36,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. Gazprom ha riempito gli impianti di stoccaggio del gas russi prima della prossima stagione di riscaldamento. L’output produttivo è così sceso ai livelli più bassi degli ultimi trent’anni di storia. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, Gazprom si concentrava sulle esportazioni verso l’Europa attraverso i gasdotti, trascurando gli investimenti nella capacità di lavorazione del gas naturale liquefatto (Gnl). Questo ha limitato le opzioni del Cremlino per sostituire gli acquirenti europei. Secondo gli analisti, le esportazioni di Gazprom (1) al di fuori dei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti potrebbero raggiungere circa 50-65 di metri cubi all’anno, escluse le forniture alla Cina. La prospettiva di redditività della società è stata quasi azzerata, e ora Gazprom deve adattarsi alla nuova realtà geopolitica, guardando verso est per la sua sopravvivenza. La riduzione dei flussi di gas naturale da Gazprom (2) aumenta la tensione sul fronte di una possibile crisi energetica.
Per l’Europa le alternative all’approvvigionamento di gas russo sono varie e si concentrano sulla diversificazione delle fonti energetiche per ridurre la dipendenza dalla Russia. La più rilevante è il Corridoio Meridionale del Gas (SGC) che attraversa l’Azerbaigian, il Kazakistan e il Turkmenistan. Una complessa rete di gasdotti che collega i giacimenti di gas del Mar Caspio con i mercati europei, contribuendo a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico dell’Ue e a migliorare la sicurezza energetica del continente. Si inquadra in una iniziativa strategica dell’Unione Europea per aumentare la sicurezza delle forniture di gas verso l’Europa, riducendo la dipendenza dalla Russia come fornitore principale. Il SGS è composto da tre gasdotti principali: il Gasdotto del Caucaso Meridionale (South Caucasus Pipeline), anche noto come Baku-Tbilisi-Erzurum; il Gasdotto Trans-Anatolico (TANAP) situato in Turchia, il Gasdotto Trans-Adriatico (TAP) che si estende fino in Europa. La lunghezza totale del corridoio è di circa 3.500 chilometri, con un costo indicativo di 45 miliardi di dollari per l’aumento della capacità del primo gasdotto e per la realizzazione dei due successivi. L’obiettivo principale del SGC è trasportare il gas naturale dal Mar Caspio, in particolare dal bacino di Shah Deniz in Azerbaijan, verso l’Europa. Questo garantirà una maggiore sicurezza delle forniture energetiche e una maggiore indipendenza dai tradizionali fornitori di gas, come la Russia. Il progetto è stato riconosciuto come una delle più alte priorità energetiche dell’Unione Europea (3).
In conclusione, I rapporti tra il presidente russo Vladimir Putin e Gazprom nel corso della storia si sono strettamente intrecciati con la politica e gli affari della Russia. Putin ha avuto un’influenza significativa su Gazprom, che è controllata dallo stato russo. La compagnia ha sempre giocato un ruolo cruciale nella strategia energetica della Russia e nella sua politica estera (4). Ci sono stati casi in cui gli affari tra Gazprom e altri paesi o entità sono stati collegati a decisioni politiche (6), influenzando le relazioni internazionali (6). Gazprom è sempre stato al centro delle tensioni tra la Russia e l’Europa (7), soprattutto in relazione alle forniture di gas e alle crisi energetiche. Putin ha utilizzato Gazprom per rafforzare le relazioni con altri paesi (8), come l’Iran, attraverso accordi commerciali e di sicurezza. Confermando come Gazprom nella storia sia stato uno strumento chiave per la Russia sotto la guida di Putin, non solo per la sua economia ma anche come leva di potere geopolitico.
Note:
1 – https://www.linkiesta.it/2023/10/gazprom-gas-energia-russia-crollo/
2 – https://www.motorionline.com/riduzione-gas-russo-in-italia-eni-gazprom-effetti-industria-automotive/
3 – 3 https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/gas-realta-e-paradossi-del-corridoio-meridionale-28710
4 – https://www.quotidiano.net/esteri/i-rapporti-tra-putin-e-berlusconi-le-vacanze-insieme-il-g8-gazprom-un-
legame-che-resiste-da-20-anni-af54718c
5 – https://www.esquire.com/it/news/politica/a44161149/berlusconi-e-putin-rapporto-amore/
6 – Ibi.
7 – https://www.linkiesta.it/2023/10/gazprom-gas-energia-russia-crollo/
8 – https://it.insideover.com/politica/gazprom-terrorismo-e-laffaire-droni-putin-sbarca-in-iran.html
* Manging partner del think tank Global Intelligence International for Geoeconomic and Competitive Intelligence Studies, membro della Société Française d’Histoire Maritime (SFHM), della Commission Française d’Histoire Militaire (CFHM), dell’International Intelligence History Association (IIHA), della Società Italiana di Storia Militare (SISM) e della International Heraldry Society.