Kuwait. L’influenza degli Usa nella scelta dei vertici dell’intelligence

di Roberto Favazzo

Il media panarabo al-Arabiya ha riportato che iI servizi segreti del Kuwait, guidati da settembre 2020 da Salem bin Nawaf al-Sabah (figlio dell’emiro Nawaf al-Ahmad al-Jaber al-Sabah) hanno espresso agli alleati americani molta preoccupazione per la presenza sempre più evidente di Hezbollah nel Kuwait, paese dove la popolazione di origine sciita può essere vista come un’ottima base di reclutamento per il gruppo libanese e per i servizi di sicurezza iraniani, suo primo sostenitore per il supporto economico e logistico.
Allo scopo di individuare le numerose cellule dormienti tra la popolazione sciita, i servizi segreti del Kuwait si avvalgono della collaborazione sia della CIA che del servizio segreto militare del Pentagono, cioè la Defense Intelligence Agency. Naturalmente gli interessi americani snon sono lolo petroliferi, bensì relativi alle infrastrutture militari presenti nel Kuwait, in particolare la base di Ali al-Salem e Camp Arifjan, che con più di 9mila soldati ospita parte del quartier generale dell’Operazione Inherent Resolve.
Per Sarkaritel.com l’influenza di Washington
si estende però ben al di là di una semplice quanto necessaria collaborazione con i servizi segreti del Kuwait: i servizi segreti di Washington hanno profondamente condizionato le nomine dei principali responsabili dell’intelligence del Kuwait. Un esempio eloquente di questo è dato dal fatto che proprio la CIA ha sostenuto, seppure in modo discreto, la salita al potere dell’emiro Nawaf al-Ahmad al-Jaber al-Sabah, fratellastro del defunto Sabah al-Ahmad al-Jaber al-Sabah. Questa fiducia da parte della CIA non si è naturalmente fondata su una valutazione di carattere generico, bensì sull’affidabilità che l’emiro ha dimostrato quando ha svolto l’incarico di ministro della Difesa del 1990 e poi di ministro dell’Interno.
Un’altra dimostrazione dell’influenza capillare e profonda che gli Usa hanno attraverso la CIA circa le nomine dei vertici dell’intelligence consiste nel fatto che la scelta dell’attuale capo dei servizi segreti del Kuwait è stata fatta con il parere dell’ambasciatore americano a Kuwait City Alina Romanowski, ex analista della CIA specializzata in antiterrorismo.
Non va tralasciato tuttavia che la situazione all’interno del Kuwait è caratterizzata non solo da una spietata lotta di potere, ma anche da una apparentemente inarrestabile corruzione, come dimostra il fatto che l’ex primo ministro Jaber al-Mubarak al-Hamad al-Sabah e il suo ministro dell’Interno Khaled al-Jarrah al-Sabah sono stati accusati di riciclaggio di denaro e appropriazione indebita per un totale stimato di 768 milioni di dollari, come ha reso noto Voanews.com.
Dietro pressione degli Stati Uniti l’emiro ha incaricato il ministro dell’Interno Tamer Ali Salem al-Sabah e il principe ereditario di preparare un piano per identificare i fallimenti strutturali dello Stato.