La cooperazione africana e il ruolo del Marocco

di Domenico Letizia

Recentemente il Primo Ministro del Marocco Saad Eddine El Othmani ha sottolineato come il Regno abbia fatto della cooperazione con i Paesi africani una scelta strategica, ancorata ad una diplomazia economica e socio politica basata su una visione globale ed equilibrata dello sviluppo sostenibile del continente.
La visione del Marocco dopo il rientro nell’Unione Africana è caratterizzata da collaborazione e inclusione. Il rientro del Marocco nell’Unione Africana è stato soprattutto il frutto di un intenso lavoro di re Mohammed VI, il quale si è reso conto che il Marocco fuori dall’Unione Africana aveva in qualche modo emarginato il Paese sulla scena politica; mentre il re ha sviluppato un’intensa politica africana, dapprima con accordi commerciali e poi con scambi bilaterali di tipo diplomatico e politico. Il rientro del Marocco, avutosi a febbraio, è stato votato dai capi di Stato e di governo dell’Unione Africana riuniti nel ventottesimo Summit, nella sede di Addis Abeba, in Etiopia: 39 sono stati i sì e 15 i no. Da quando è salito sul trono del Marocco nel 1999, re Mohammed VI ha delineato il percorso di riavvicinamento al resto dell’Africa. La sua è stata una strategia fatta di mediazione e pragmatismo, concretizzatasi in questi anni in 46 visite ufficiali nei Paesi africani e in una serie di iniziative finalizzate allo sviluppo di scambi commerciali e di progetti di cooperazione che fanno oggi del Marocco il secondo investitore nel continente africano.
Senza dimenticare il contributo offerto alle Nazioni Unite in sei operazioni per il mantenimento della pace e i trasportati aerei messi a disposizione negli scorsi anni dalla sua compagnia nazionale, la Royal Air Maroc, alle nazioni africane colpite dal virus Ebola.
Il nuovo approccio diplomatico, successivo all’entrata del Regno del Marocco nell’Unione Africana, si concretizza anche sulla cooperazione Sud-Sud come meccanismo della complementarietà economica e dello sviluppo comune in Africa. Sono diverse le misure tese a rafforzare la presenza del Marocco in Africa, ovvero il miglioramento del quadro giuridico disciplinante le relazioni commerciali marocchino-africane e l’attivazione dei progetti di cooperazione economica e non meno del 58% degli investimenti diretti esteri in Marocco sono destinati direttamente all’Africa.
Tale approccio non è puramente economico o commerciale. A riprova di ciò è importante ricordare la decisione del re, in occasione del vertice Africa-Europa, di annullare tutti i debiti contratti col Marocco dai Paesi africani meno sviluppati. Tra le problematiche irrisolte resta la questione del Sahara Marocchino (Occidentale). L’intenzione della monarchia è quella di far agire il diritto internazionale e far sì che del problema del Sahara Occidentale se ne occupi esclusivamente l’Onu. In seno all’Onu la maggioranza degli Stati non sono favorevoli al riconoscimento del Sahara Occidentale e nel Consiglio di Sicurezza la monarchia ha da sempre l’assicurazione da parte della Francia che userà il diritto del veto nel caso in cui ci fossero provvedimenti che il Marocco stesso e la Francia non approvassero.