La maternità surrogata diventa reato universale in Italia

Via libera del Senato. Insorgono le opposizioni, ‘È incostituzionale’.

di Mariarita Cupersito –

La Gestazione per altri (Gpa) diventa reato universale in Italia: è stato approvato dal Senato, e in precedenza anche dalla Camera, il disegno di legge a firma della deputata di Fdi Carolina Varchi contro la maternità surrogata anche se compiuta all’estero da cittadini italiani.
La Gpa in Italia è considerata un reato già da venti anni, con la legge n. 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, ma con la modifica dell’articolo 12 la punibilità ora si estende anche a chi la pratica all’estero, con pene fino a due anni reclusione e multe fino a un milione di euro.
“Con l’approvazione definitiva al Senato, il ddl che rende l’utero in affitto reato universale è finalmente legge. Una norma di buonsenso contro la mercificazione del corpo femminile e dei bambini. La vita umana non ha prezzo e non è merce di scambio”, ha commentato la premier Giorgia Meloni attraverso i propri canali social.
“Chi si trincera dietro la retorica dei ‘diritti’ per giustificare la pratica dell’utero in affitto dovrebbe chiedersi perché invece ci sia una rete mondiale del femminismo che sostiene l’iniziativa dell’Italia e considera il nostro Paese un esempio da seguire dappertutto”, ha dichiarato all’ANSA la ministra per la Famiglia, le Pari Opportunità e la Natalità Eugenia Roccella. “Con il voto del Parlamento italiano i diritti non sono stati negati, ma al contrario sono stati riaffermati e resi finalmente effettivi”.
Le opposizioni concordano però nel ritenere che la nuova normativa sia contraria alla Costituzione, e anche per gli esperti di diritto si tratterebbe di una forzatura incostituzionale, difficile da applicare e potenzialmente inefficace sul piano pratico: la modifica all’articolo 12, infatti, non terrebbe conto del principio giuridico della doppia incriminazione, secondo il quale può essere perseguito in Italia il cittadino che abbia commesso un crimine fuori dal territorio nazionale solo nel caso in cui anche il Paese straniero riconosca la stessa fattispecie di reato. Allo stato attuale, però, molte nazioni hanno deciso di legiferare in favore della Gpa, qualificandola come vero e proprio diritto.
“Una legge ingiusta e discriminatoria, giuridicamente inapplicabile in quanto ignora il principio della doppia incriminazione, che è alla base del diritto penale”, aveva commentato già prima del voto al Senato la segretaria dell’’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo.
La nuova legge è poco chiara anche in merito alla raccolta degli elementi di prova, indispensabili per la condanna e la comminazione pena; non bisogna poi tralasciare la questione connessa al principio della non retroattività della legge penale che sia sfavorevole al reo, con la possibile commissione di reati di falso allo scopo di evitare denunce all’atto dell’iscrizione anagrafica dei figli nati da Gpa. Si rilevano lacune anche in relazione alla trascrizione o registrazione degli atti di nascita all’estero.
“Una norma viziata dall’irragionevolezza e totalmente disallineata rispetto alle pronunce della Corte Costituzionale, della Corte Europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Cassazione sezioni unite civili”, ha commentato la vice presidente del Senato, Anna Rossomando. “I reati che hanno un carattere di universalità sono in via eccezionale previsti dal nostro ordinamento, perché, quanto a gravità, percezione e configurazione, sono in maniera indiscutibile percepiti come tali a livello internazionale: crimini di guerra, pirateria, tortura, genocidio”.