La Russia risponde alle sanzioni dell’Ue: Sassoli non potrà andare a Mosca

Per il presidente dell'Europarlamento "nessuna sanzione o intimidazione ci fermerà dalla difesa dei diritti umani". Intanto però l'Unione Europea punta a migliorare le relazioni con la Turchia di Erdogan.

di Enrico Oliari

In un clima sempre più da guerra fredda la Russia ha risposto alle sanzioni dell’Unione Europea con misure simmetriche, vietando al presidente dell’Europarlamento David Sassoli ed a altri esponenti dell’Unione l’ingresso nel proprio territorio. Di mezzo c’è, ma non solo, il caso Alexei Navalny, l’oppositore politico e leader di Russia Futuro agli arresti per aver violato la libertà condizionale e per aver organizzato manifestazioni non autorizzate. Navalny era stato portato in coma in Germania a seguito di un tentato avvelenamento, cosa di cui ha sempre incolpato il Cremlino, ma va detto che il blogger è sotto processo nel quadro dell’inchiesta “Ives Rocher”, che lo vede accusato di appropriazione indebita per essersi intascato 4,8 milioni di dollari delle donazioni alla Fondazione anti corruzione che dirige. Tra l’altro ha alle sue spalle una lunga serie di condanne che spaziano dal furto di legname all’organizzazione di manifestazioni non autorizzate.
Nonostante Navalny non abbia mai rinnegato la sua xenofobia e il suo odio per i migranti, sentimenti in contrasto rispetto ai valori europei, il suo per Bruxelles è divenuto il caso dei casi per dare addosso a Mosca, al pari dell’annessione della Crimea. In realtà le motivazioni sono ben altre, squisitamente di carattere geopolitico: Unione Europea fa rima con Nato, ed una russofobia sintetica si incastra perfettamente con la crisi del Donbass e l’accerchiamento a occidente della Russia da parte dell’Alleanza atlantica.
Fatto sta che “in risposta alle misure limitative introdotte il 2 e il 22 marzo di quest’anno nei confronti di sei cittadini russi” accusati della persecuzione di Navalny, nella fattispecie Alexander Bastrykin, capo del comitato investigativo della Federazione russa, Igor Krasnov, procuratore generale, Viktor Zolotov, capo della guardia nazionale, e Alexander Kalashnikov, capo dell’amministrazione penitenziaria federale, Mosca ha oggi introdotto misure nei confronti di Sassoli, di Vera Jourova, vice presidente della Commissione Ue per i valori e la trasparenza, Ivars Abolins, presidente del National Electronic Media Council della Lettonia, Maris Baltins, direttore del National Language Centre della Lettonia, Jacques Maire, membro della delegazione francese all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Jorg Raupach, capo dell’ufficio del procuratore di Berlino, Asa Scott, capo del laboratorio di sicurezza chimica, biologica e nucleare, Total Defence Research Institute, Svezia e Ilmar Tomusk, capo del Language Department dell’Estonia.
Già lo scorso 24 marzo, il giorno dopo l’introduzione di sanzioni dell’Unione Europea per la violazione dei diritti dei gay in Cecenia (come se non venissero violati in Arabia Saudita), il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva affermato che “Non ci sono relazioni con l’Unione Europea come organizzazione. L’intera infrastruttura di queste relazioni è stata distrutta dalle decisioni unilaterali di Bruxelles”, e che “Se e quando sarà ritenuto opportuno dagli europei eliminare questa anomalia nei contatti con il loro più grande vicino, ovviamente saremo pronti a costruire queste relazioni sulla base della parità di diritti e della ricerca di un equilibrio di interessi. Non ci sono cambiamenti sul fronte occidentale, a mio avviso, abbiamo un’agenda molto intensa sul fronte orientale, che diventa ogni anno più ricca”.
Il comunicato di Mosca diffuso oggi dall’Interfax riporta che “L’Unione Europea continua la politica di misure restrittive unilaterali illegittime contro i cittadini e le organizzazioni russe. Solo nel marzo 2021 sei russi sono stati soggetti a restrizioni Ue illegali. Questa pratica è contraria alla Carta delle Nazioni Unite e alle norme fondamentali del diritto internazionale. È accompagnato da isteria anti-russa deliberatamente dispersa nei media occidentali. Non supportato da prove. Tutte le nostre proposte per risolvere eventuali problematiche che sorgono tra la Russia e l’Ue vengono costantemente ignorate o respinte”.
Il presidente dell’Europarlamento David Sassoli ha commentato le sanzioni russe affermando che “A quanto pare, non sono il benvenuto al Cremlino? Lo sospettavo da un po’… Nessuna sanzione o intimidazione fermerà il Parlamento Ue o me dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno. Come ha scritto Tolstoj, non c’è grandezza dove non c’è verità”.
Resta da capire perché per Sassoli esistano solo le violazioni dei diritti civili in Russia, nel momento in cui l’Unione Europea è al lavoro per migliorare le relazioni con la Turchia di Recep Tayyp Erdogan, come pure non vi sono sanzioni nei confronti dell’Arabia Saudita e di tutti quei paesi che adottano legislazioni per perseguire, anche con la pena capitale, lepersone omoaffettive.
Con una dichiarazione congiunta arrivata in serata i presidenti di Consiglio europeo, Commissione europea e Parlamento europeo sono intervenuti sull’imposizione delle misure restrittive nei confronti di otto cittadini Ue esprimendo “condanna con massima fermezza”, ed affermando che “Questa azione è inaccettabile, priva di qualsiasi giustificazione giuridica ed è del tutto priva di fondamento. Si rivolge direttamente all’Unione Europea e non solo alle persone interessate. Questa decisione è l’ultima e sorprendente dimostrazione di come la Federazione Russa abbia scelto la strada dello scontro con l’Ue invece di accettare di correggere la traiettoria negativa nelle relazioni bilaterali. L’Ue si riserva il diritto di adottare misure appropriate in risposta alla decisione delle autorità russe”.