LAC. La questione delle aree di confine tra Cina e India

di Alberto Galvi

In questi giorni l’India e la Cina hanno discusso del disimpegno precoce e completo delle truppe lungo la LAC (Line of Actual Control) e della riduzione delle aree di confine tra India e Cina in conformità con gli accordi e i protocolli bilaterali. I due paesi condividono un confine lungo oltre 3.440 km. Dopo diversi colloqui a livello militare e diplomatico, le truppe indiane e cinesi hanno iniziato un processo di disimpegno vicino alla LAC in Ladakh.
I colloqui tra le due parti sono arrivati ad un punto morto nonostante gli intensi negoziati a livello militare e diplomatico e nonostante avessero avuto uno scambio di opinioni sincero e approfondito sulla recente situazione di frontiera sino-indiana e pienamente affermato i progressi positivi compiuti in prima linea dalle forze di difesa di frontiera di entrambi i paesi.
Le relazioni sino-indiane erano rimaste congelate dopo la guerra del 1962 fino al 1976, quando le attività diplomatiche ripresero, anche se da allora ci sono stati negli anni un certo numero di contrasti. Entrambe le parti si sono astenute dall’utilizzare armi da fuoco, in parte per via di un accordo del 1996 che proibiva l’uso di armi da fuoco nell’area contesa.
Successivamente le due parti avevano firmato una serie di accordi e misure nel campo militare mentre l’attività diplomatica ai massimi livelli era proseguita fino al 2019.
Lo scorso anno il premier indiano Narendra Modi e il presidente cinese Xi Jinping si sono incontrati a Mamallapuram, in India, dove hanno deciso che nell’anno 2020 avrebbero ricordato il 70mo anniversario della costituzione delle relazioni diplomatiche tra India e Cina per sottolineare il legame storico tra le due civiltà asiatiche.
I rapporti tra i due Paesi si sono invece deteriorati con una serie di contrasti militari a partire dal Sikkim e dal Ladakh, culminati nel violento scontro del 15 giugno con almeno 20 soldati indiani uccisi in un conflitto con truppe cinesi.
L’incidente è il primo scontro mortale nell’area di confine in almeno 45 anni, ma il governo cinese non ha rilasciato alcuna informazione sul numero delle sue vittime.
In quell’occasione il ministero degli Esteri dell’India ha accusato la Cina di aver infranto un accordo raggiunto la settimana precedente per rispettare la LAC nella valle di Galwan nel Kashmir nella regione del Ladakh. La Cina ha invece accusato l’India di aver attraversato il confine dalla parte cinese.
L’India ha accusato la Cina di aver inviato migliaia di truppe nella valle del Galwan e occupato 38mila km quadrati del suo territorio. Negli ultimi tre decenni numerose serie di colloqui non sono riusciti a redimere le controversie sui confini.
Lo scontro è avvenuto dopo che le tensioni sono aumentate negli ultimi mesi su una nuova strada costruita dall’India in Ladakh, lungo la linea di controllo effettivo che divide le due parti.
Per questa ragione la Cina ha dispiegato nel territorio conteso truppe e costruito infrastrutture proprie, portando le forze militari delle due parti ad essere più vicine fino a culminare nel violento scontro del 15 giugno, che ha provocato ingenti perdite da entrambe le parti.
Tuttavia, tentativi di riconciliazione simili sono già avvenuti nel passato, se non dovessero avere successo c’è il rischio di un’escalation militare.
Ricordiamo che le due potenze asiatiche sono i paesi più popolosi del mondo e possiedono entrambi armi nucleari.
In questo momento i legami tra India e Cina sono precipitati dopo gli scontri delle scorse settimane. L’India potrebbe finalmente allinearsi apertamente con gli Usa, anche se ci sono ancora delle questioni in sospeso tra i due Paesi.