L’albero più bello? Non può essere russo

di C. Alessandro Mauceri

La guerra in Ucraina non sembra destinata a concludersi entro tempi brevi. Ma con il passare dei giorni e delle settimane sta assumendo toni risibili se non ridicoli. Prima l’attacco agli atleti russi. Poi il boicottaggio delle manifestazioni che parlavano di autori e scrittori russa. Quindi il boicottaggio della vodka. Ultima, ma prima per ridicolo, la decisione di squalificare una quercia piantata 198 anni fa dal romanziere russo Ivan Turgenev dal concorso Albero europeo dell’anno. Unico difetto della povera pianta essere cresciuta in territorio russo. “Non possiamo stare a guardare l’aggressione senza precedenti della leadership russa contro un paese vicino”, hanno detto gli organizzatori del concorso European Tree of the Year, una delle più grandi competizioni dedicate agli alberi. Nata nel 2011 per celebrare alberi centenari e con una storia alle spalle, la manifestazione pare essere diventata risibile strumento di propaganda politica. Gli organizzatori hanno già annunciato che l’albero vincitore di quest’anno è una quercia che cresce in Polonia. Un albero scelto per essere un simbolo il resistenza polacca all’aggressione e della calorosa accoglienza ai rifugiati dall’Ucraina; al secondo posto si è piazzata una quercia nella regione di Santiago de Compostela in Spagna e al terzo una quercia da sughero a Vale do Pereiro, un villaggio.
All’inizio della competizione di quest’anno l’albero polacco era stato presentato come simbolo contro il muro costruito dalla Polonia per cercare di ridurre ingressi di migranti dalla Bielorussia. Ora che di migranti non parla più nessuno (sembrano esistere solo profughi e rifugiati dall’Ucraina), l’albero è “diventato un simbolo” della protezione che la Polonia ha “offerto” accogliendo le persone in fuga dalla guerra.
“Noi, gli organizzatori dell’ETY, siamo sconvolti dall’aggressione della Federazione Russa, che ha invaso militarmente la vicina Ucraina. Ci uniamo quindi alle attività volte a isolare la Russia a livello internazionale. Con effetto immediato, escludiamo la Federazione Russa dalla gara del concorso internazionale European Tree of the Year”.
Unico ad opporsi all’esclusione dell’albero russo dal gruppo dei 16 contendenti, Rob McBride, componente britannico della competizione: “Preferirei tenere la politica fuori dai progetti della natura e dagli alberi in particolare”, ha detto. “Gli alberi sono apolitici”. Evidentemente di diverso avviso gli organizzatori che hanno risposto prontamente all’invito a boicottare tutto ciò che è “russo”. Una strategia che probabilmente non servirà a molto: possibile che nessun analista geopolitico o economico abbia pensato che i BRICS rappresentano quasi metà della popolazione mondiale – senza contare i paesi sui quali esercitano hanno una forte influenza?.
Escludere un albero dalla competizione solo perché cresce all’interno dei confini della Russia non servirà a niente. Se non a rendersi ridicoli, e a far parlare di sé sui giornali.