L’Europarlamento approva l’accordo con la Cina per contrastare la contraffazione dell’agroalimentare

di Guido Keller

Continua il lavoro dell’Unione Europea nel contrasto alla contraffazione operata da aziende cinesi di prodotti sia tecnologici che dell’agroalimentare, un vero flagello per le aziende italiane e non solo. Le operazioni di contrasto alla dogana e delle forze dell’ordine locali sono solo uno degli strumenti a cui ricorrono i vari paesi europei e l’Unione Europea stessa, tuttavia per colpire la contraffazione occorre colpire alla base, spingendo lo stato cinese a prendere parte alla lotta contro il falso e il furto della proprietà intellettuale.
Come hanno spiegato a L’Inkiesta Roberto Moncalvo e Vincenzo Gesmundo, vertici nazionali di Coldirett, il “falso Made in Italy agroalimentare” costa complessivamente agli imprenditori italiani oltre 100 miliardi di euro l’anno, e buona parte di questo è realizzato proprio in Cina. “Un fenomeno – hanno riportato i due esponenti di Coldiretti – che si chiama “Italian sounding” e che colpisce in pratica tutti i prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta”.
Risale al 2009 il primo accordo sulle dogane fra l’Ue e la Cina, ed anche nel 2014 è stato siglato a Pechino un nuovo accordo di collaborazione sul contrasto in dogana alla circolazione di merci che violano i diritti di proprietà intellettuale (Customs Cooperation Action Plan on Intellectual Property Rights).
Purtroppo non è abbastanza, e certamente c’è ancora molto da fare se non altro per ridurre i danni di una contraffazione spietata, praticata non solo dalle aziende cinesi, bensì anche da quelle statunitensi e dei cosiddetti paesi emergenti.
Il Parlamento europeo ha approvato oggi con 645 voti favorevoli, 22 contrari e 18 astensioni
un nuovo accordo tra l’Ue e la Cina sottoscritto nel settembre 2020 finalizzato a garantire la protezione di 100 prodotti europei con Indicazione Geografica (IG) dalle imitazioni e dall’uso improprio del loro nome.
Come prodotti italiani figurano tra gli altri l’aceto balsamico di Modena, il prosciutto di Parma e il San Daniele, la mozzarella di bufala campana e il Parmigiano reggiano, oltre a numerosi vini e altri formaggi.
In cambio 100 prodotti cinesi godranno dello stesso tipo di protezione nell’Ue.
Inoltre gli eurodeputati hanno accettato di estendere l’accordo ad altri 175 prodotti europei e cinesi entro quattro anni dalla entrata in vigore dell’accordo.
L’Europarlamento ha definito l’accordo un “importante esercizio di consolidamento della fiducia” nell’ottica dei negoziati in corso tra l’Ue e la Cina per un accordo bilaterale di investimenti. Allo stesso tempo ha ribadito le proprie preoccupazioni in merito alle pratiche distorsive del mercato delle imprese statali cinesi, ai trasferimenti forzati di tecnologia e alle altre pratiche commerciali sleali.
Il relatore Iuliu Winkler (PPE, RO) ha dichiarato che “Si tratta del primo accordo economico e commerciale mai firmato con la Cina, con un valore simbolico e di consolidamento della fiducia. Promette di rilanciare le esportazioni agroalimentari europee verso la Cina, che nel 2019 ammontavano già a 14,5 miliardi di euro. È anche una buona indicazione dell’ambizione cinese di migliorare la protezione dei diritti sulla proprietà intellettuale”.
Dopo il consenso del Parlamento, il Consiglio deve ora adottare l’accordo affinché possa entrare in vigore all’inizio del 2021.
Nel 2019 la Cina è stata la terza destinazione per le esportazioni Ue di prodotti IG, tra cui vini, bevande alcoliche e prodotti agroalimentari. Nel testo della risoluzione si afferma anche che nel 2018 e nel 2019, l’80% dei sequestri europei di merci contraffatte e usurpative ha avuto origine in Cina, causando perdite pari a 60 miliardi di euro per i fornitori Ue.