Libano. Approvato l’accordo sul confine marittimo con Israele mediato dagli Stati Uniti

Ma Aoun specifica, 'nessun riconoscimento di Israele'.

di Alberto Galvi

Approvato ufficialmente lo storico accordo tra Israele e Libano, mediato dagli Stati Uniti, che stabilisce per la prima volta il confine marittimo dei due paesi. L’accordo apre la strada all’esplorazione energetica offshore e rimuove una fonte di potenziale conflitto tra Israele e il gruppo libanese degli Hezbollah, sostenuto dall’Iran. Potrebbe inoltre contribuire ad alleviare la crisi economica che attanaglia i libanesi, la peggiore della storia del paese mediorientale.
Dopo mesi di colloqui indiretti e tensioni politiche, l’accordo è stato ottenuto grazie alla mediazione di Amos Hochstein, l’inviato Usa per gli Affari energetici, e Joanna Wronecka, coordinatrice speciale delle Nazioni Unite per il Libano. L’accordo entrerà in vigore dopo due scambi di lettere: uno tra Libano e Stati Uniti, l’altra tra Israele e Stati Uniti. Lo scambio di lettere dovrebbe aver luogo nella città di Naqura, nel sud del Libano. La firma separata dell’accordo, ad opera del presidente libanese Michel Aoun a del primo ministro israeliano Yair Lapid, rappresenta uno stratagemma in quanto il Libano non riconosce lo Stato di Israele.
Secondo i termini dell’accordo, Israele ha ricevuto pieni diritti per esplorare il giacimento di Karish, che si stima abbia riserve di gas naturale di 68 miliardi di metri cubi. Il Paese dei Cedri ha ricevuto a sua volta pieni diritti nel campo di Qana, ma ha accettato di concedere a Israele una quota dei diritti attraverso un accordo parallelo con la società francese TotalEnergies per la sezione del campo che si estende oltre il confine marittimo concordato.
Israele e Libano non hanno relazioni diplomatiche e sono formalmente in guerra dalla creazione di Israele nel 1948.
Il presidente libanese Aoun ha inoltre contestato l’affermazione israeliana secondo cui l’accordo implicherebbe indirettamente il riconoscimento libanese di Israele, tant’è che Beirut ha cercato di evitare di inquadrare l’accordo come una normalizzazione dei rapporti fra i due paesi, insistendo sul fatto che un allegato specifico venisse sottoscritto da entrambe le parti presso la sede dell’UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) a Naqoura.
Beirut vede la demarcazione del confine marittimo lungo la linea 23 come un’opportunità per sbloccare gli investimenti esteri e far uscire il paese dalla crisi economica.