di Shorsh Surme –
Rifacendosi a proprie fonti diplomatiche, la Reuters ha riferito che le autorità israeliane e la leadership di Hezbollah si sono scambiati domenica comunicazioni tramite intermediari al fine di prevenire un’ulteriore escalation. Domenica mattina Hezbollah ha lanciato centinaia di razzi e droni contro Israele in un attacco che sembrava calibrato per non innescare la ritorsione di Israele e per non avviare ricadute sull’intera regione. Il messaggio principale sarebbe stato che entrambe i bombardamenti promossi da entrambe parti dovessero essere contenuti, in quanto nessuno dei due contendenti avrebbe voluto una guerra regionale.
Inoltre il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha detto all’omologo italiano Antonio Tajani che il suo Paese non vuole aumentare le tensioni nella regione, aggiungendo che la sua ritorsione per l’uccisione del capo di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran il 31 luglio sarà “definita e calcolata”.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito il Libano con circa 100 aerei per contrastare un attacco più ampio da parte di Hezbollah. Con tre morti confermate in Libano e una in Israele, entrambe le parti hanno indicato di essere propense a evitare ulteriori ostilità, ma hanno avvertito che potrebbero esserci altri attacchi in arrivo.
Il leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah ha detto che il fuoco di sbarramento del gruppo sostenuto dall’Iran, una rappresaglia per l’assassinio del comandante anziano Fuad Shukr il mese scorso, è stato completato “come previsto”. Nasrallah ha insistito sul fatto che Hezbollah ha cercato di evitare obiettivi civili o infrastrutture israeliane nel suo attacco. Tuttavia il gruppo valuterà l’impatto dei suoi interventi, e “se il risultato non sarà sufficiente, ci riserviamo il diritto di rispondere un’altra volta”, ha aggiunto.
Ha sottolineato che Hezbollah ha ritardato la sua ritorsione per dare tempo ai colloqui per il cessate-il-fuoco a Gaza e ha calibrato il suo attacco per evitare di innescare una guerra su vasta scala. Anche il ministro degli Esteri israeliano ha affermato che il paese non cerca una guerra su vasta scala, ma il primo ministro Benjamin Netanyahu ha avvertito che “Questa non è la fine della storia”., e che “Siamo determinati a fare tutto il possibile per difendere il nostro Paese (…). A chiunque ci farà del male, noi faremo del male”.
Le aspettative di un’escalation erano aumentate da quando un attacco missilistico sulle alture di Golan occupate da Israele il mese scorso aveva ucciso 12 giovani e in risposta l’esercito israeliano aveva assassinato Shukr a Beirut.
Anche Hezbollah è sembrato attento a non sollecitare l’intervento degli Stati Uniti a sostegno di Israele.
La Casa Bianca ha detto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden stava seguendo gli eventi. “Continueremo a sostenere il diritto di Israele a difendersi e continueremo a lavorare per la stabilità regionale”, ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Sean Savett.