Libano. Hannibal Gheddafi condannato ad 1 e 3 mesi per oltraggio alla magistratura libanese

di Vanessa Tomassini

Dopo i festeggiamenti di ieri per il fermo di Sarkozy a Parigi, per i sostenitori di Gheddafi arrivano altre preoccupazioni. Hannibal Muammar Abdul Salam Gheddafi, meglio noto semplicemente come Hannibal Gheddafi, figlio quartogenito del rais, è stato condannato dal tribunale di Beirut presieduto dai giudici Rola al-Husseini, Almsthatan C. Huah e Grace Taya, ad un anno e tre mesi di reclusione, oltre ad una multa di due milioni di lire libanesi. La sentenza segue quella della corte penale libanese che aveva stabilito il rilascio di Hannibal, questa volta condannato per “oltraggio alla magistratura” secondo gli articoli 383 e 386 del codice penale del luogo.
Hannibal insieme a sua moglie, la modella libanese Aline Skaf, ha trovato asilo politico in Siria dopo la caduta del regime. L’11 dicembre 2015 elementi armati appartenenti all’ex deputato libanese Hassan Jacob hanno teso un’imboscata al figlio del rais: rapito e portato in Libano, è stato torturato e seviziato. Le forze di sicurezza libanesi lo hanno dapprima liberato dai rapitori, per poi arrestarlo e presentarlo al giudice che stava indagando sul caso della scomparsa dell’Imam Musa al-Sadr, il quale scomparve in Libia nel 1978 insieme a due sue compagni, Sheikh Mohamed Jacob e il giornalista Abbas Badr al-Din. Per il rapimento la corte libanese ha incolpato il 21 agosto 2008 Muhammar Gheddafi. Inizialmente le autorità hanno trattenuto Hannibal perché considerato come persona informata dei fatti anche se all’epoca del rapimento aveva solo 2 anni, considerando che è nato nel 1976. L’11 gennaio 2015, ad un mese dall’imboscata, la stazione di al-Jadid ha trasmesso un video che mostra Hannibal Gheddafi con effetti di percosse e torture, tra cui lividi sul viso, ematomi sugli occhi e sul corpo. I suoi legali hanno stabilito che Hannibal è stato sottoposto al peggior tipo di violenze, contravvenendo a ogni normativa internazionale e a tutti i regolamenti sui diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino.