Libano. La crisi delle banche dà un ulteriore colpo alla crisi economica

di Alberto Galvi

Banche chiuse in Libano: l’associazione bancaria libanese ha reso noto che le varie banche del paese rimarranno chiuse a causa dell’ondata di rapine che ne ha reso l’apertura pericolosa, ed ha aggiunto che la serrata rimarrà a tempo indeterminato. All’inizio si prospettava una chiusura di tre giorni che doveva scadere oggi, ma poi è arrivato l’annuncio, fatto che si associa al blocco dei depositi in dollari e valute straniere, tanto che ben otto banche settimana scorsa sono state bloccate su ordine delle autorità.
Dal 2019 e con il paese in default, sono state messe in atto misure rigorose che impediscono ai depositanti di accedere alla maggior parte dei loro risparmi in dollari. La grave crisi economica libanese è descritta dalla Banca Mondiale come una delle peggiori a cui il mondo abbia assistito dagli anni ’50 del Diciannovesimo secolo, lasciando la maggior parte delle persone esclusei dai propri conti bancari e incapace di pagare le spese primarie.
Le banche libanesi hanno insistito affinché i dollari venissero ritirati solo dopo essere stati cambiati in sterline libanesi a un tasso di gran lunga inferiore a quello del mercato nero, che è generalmente il tasso utilizzato in tutto il paese. Il Fmi (Fondo monetario internazionale) lo scorso 21 settembre ha affermato che la lentezza del governo libanese nell’attuare le riforme necessarie sta portando il paese al tracollo economico. Inviati del Fmi si sono recati in Libano per discutere l’attuazione delle riforme con i funzionari libanesi concordate da entrambe le parti ad aprile. Prima che la delegazione lasciasse Beirut, il presidente libanese Michel Aoun ha incontrato Ernesto Ramirez Rigo, capo missione del Fmi.