di Giuseppe Gagliano –
Nawaf Salam, il nuovo primo ministro libanese, rappresenta una figura complessa capace di unire nella critica due avversari storici: Hezbollah, il movimento sciita libanese, e la destra israeliana. La sua nomina, voluta dal presidente Joseph Aoun per sbloccare un impasse politico durato due anni, sembra più un compromesso dettato da pressioni esterne che una scelta interna.
Il profilo di Salam non è quello di un politico tradizionale: giurista e diplomatico, con una lunga esperienza come rappresentante di Beirut all’ONU e giudice della Corte Internazionale di Giustizia, è una figura rispettata a livello internazionale ma scomoda per molti attori locali. Sunnita di una famiglia da sempre vicina agli interessi sauditi e americani, Salam è visto da Hezbollah come un uomo imposto da Washington e Riyad. Al Akhbar, il quotidiano vicino al Partito di Dio, non ha esitato a definirlo il risultato di un “golpe” straniero.
Anche in Israele il suo nome suscita malumori. Durante il suo decennio alle Nazioni Unite, Salam ha costantemente votato contro Tel Aviv, schierandosi per il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione. Inoltre, il suo ruolo di giudice e presidente della Corte Internazionale, che ha trattato casi di genocidio contro Israele, lo rende inviso ai partiti che sostengono Benjamin Netanyahu.
Il compito che lo attende è monumentale. Oltre a dover costruire un governo stabile in un Parlamento frammentato, Salam dovrà affrontare una crisi economica devastante che dal 2019 ha ridotto il Libano sul lastrico. E sullo sfondo resta la minaccia di un nuovo scontro tra Hezbollah e Israele, che potrebbe ulteriormente destabilizzare il paese.
La sua esperienza internazionale e il sostegno di Stati Uniti e Arabia Saudita potrebbero aiutarlo a muoversi in un contesto così fragile. Ma riuscirà Salam a governare un Libano spaccato e impoverito, in bilico tra le rivalità regionali e le sue stesse divisioni interne? La sfida è aperta, e il futuro del paese dipenderà anche dalla sua capacità di equilibrare pressioni interne ed esterne.