Libano. Potente esplosione a Beirut, centinaia le vittime

di Guido Keller

Ancora non sono chiare le cause dell’incredibile esplosione che ha investito la capitale del Libano, Beirut, dove nel pomeriggio di ieri una violenta deflagrazione avvenuta nei pressi del porto ha sconquassato l’intera città, con una colonna di fumo intensa ed un boato che si è avvertito a Cipro. Le immagini trasmesse dai media internazionali mostrano una devastazione impressionante, paragonata dal governatore di Beirut Marwan Abboud, evidentemente commosso, come quanto accadde a Hiroshima e Nagasaki, “nulla di simile era mai successo in Libano”.
Il conteggio delle vittime è ancora provvisorio, al momento è dato a un centinaio di morti, un centinaio di dispersi e a 3mila feriti, ma molti potrebbero essere ancora sotto le macerie. Tra i deceduti vi sono anche esponenti politici, come nel caso di Nizar Najarian, segretario generale del Kataeb, le Falangi Libanesi (formazione cristiano-maronita con 5 seggi all’Assemblea nazionale), ma la deflagrazione ha investito anche alcune rappresentanze diplomatiche presenti nella zona, tra cui l’ambasciata della Russia e quella del Kazakistan. Non ha riportato danni quella italiana, situata in Rue du Palais Presidentiel, subito attivatasi per verificare l’eventuale presenza di italiani fra le vittime.
Fortemente danneggiati l’edificio che ospita la Cnn e la sede di Tayyar al-Mustaqbal (Movimento per il futuro), dove è rimasto ferito il deputato Tarek Merhebi.
In questi giorni si è sfiorato in più occasioni lo scontro armato fra Israele ed Hezbollah dopo che lo scorso 27 luglio al confine tra il Libano e Israele, lungo la cosiddetta “Linea blu” combattenti del “Partito di Dio” hanno sparato un missile Kornet contro un mezzo militare israeliano, nella zona Kfar Chouba – Har Dov, un avamposto dell’esercito di Israele situato sulle montagne Herbon a 1.800 metri di altitudine. Sia Israele e gli Hezbollah si sono tuttavia detti attraverso rispettivi comunicati “estranei all’esplosione che si è verificata a Beirut”: a saltare in aria potrebbe essere stato un deposito di esplosivi, e da Tel Aviv si è fatto sapere che “Israele non c’entra, quell’edificio non era un deposito di armi di Hezbollah”, e che c’è “la disponibilità ad inviare aiuti”..
Il capo dell’intelligence libanese ha spiegato che gli esplosivi erano stati sequestrati anni fa e che non è chiaro il motivo per cui si trovassero al porto.
Immediati i soccorsi come pure sono entrati in funzione gli elicotteri anti incendio, ed il Libano ha chiesto aiuto ai paesi vicini.
Il premier Hassan Diab ha dichiarato per domani il lutto nazionale, ed il presidente Michel Aoun ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio di Difesa.
Benchè il presidente Usa Donald Trump abbia parlato di “una bomba”, l’ipotesi più accreditata è quella accidentale: le scintille di una saldatura avrebbero dato fuoco ad un magazzìno in cui erano stoccate ingenti quantità di nitrato di ammonio sequestrato a contrabbandieri.