Libano. Si aggrava la crisi politica ed economica nel paese

di Aberto Galvi

Da quando le proteste di massa contro la classe politica libanese hanno fatto cadere il governo di Saad Hariri sono passati quasi 20 mesi, e quasi altri otto mesi da quando un’enorme esplosione ha distrutto il porto di Beirut e fatto cadere il suo successore, Hassan Diab.
Il Libano soffre della peggiore crisi economica degli ultimi 30 anni, con la valuta che ha perso il 90 percento del suo valore e con più della metà della popolazione al di sotto della soglia di povertà per via della crescita dell’inflazione.
Il paese è inadempiente e le banche hanno praticamente tagliato i clienti dai loro depositi in dollari. La crisi ha fatto precipitare il valore della lira ai minimi storici in un paese che importa circa l’80 per cento dei beni di consumo, per cui ne è seguito un grave effetto sul potere d’acquisto delle persone
In tutto il paese decine di migliaia di persone hanno perso il lavoro e altri milioni lottano per acquistare beni di prima necessità, il tutto in mezzo alla continua pandemia di coronavirus. Gli alimenti oggi costano circa cinque volte di più rispetto al 2019.
Il governo provvisorio di Hassan Diab, sostenuto da Hezbollah, si è dimesso dopo l’orribile esplosione del 10 agosto 2020 nel porto di Beirut, per la rabbia dell’opinione pubblica, ma ha continuato a governare in modo provvisorio limitandosi a gestire gli affari correnti. A seguito delle dimissioni di Diab lo scorso ottobre è subentrato Saad Hariri, che è stato nuovamente designato premier dall’Assemblea nazionale libanese composta da 128 membri per un mandato di 4 anni.
Nel frattempo il presidente libanese Michel Aoun e il primo ministro designato Saad Hariri non sono ancora riusciti a raggiungere un accordo su un nuovo governo. I leader libanesi si sono scambiati la colpa per il ritardo del governo, con Aoun che chiede ad Hariri di dimettersi se non è in grado di formare un governo adatto a tutte le parti. Anche Hasan Nasrallah, leader del movimento sciita Hezbollah, ha invitato Hariri ad abbandonare la sua spinta per un governo di 18 membri composto interamente da tecnocrati.
Ormai il rapporto tra il presidente libanese Michel Aoun e il primo ministro designato Saad Hariri ha raggiunto un punto di non ritorno, rendendo improbabile la formazione di un governo nel prossimo futuro.