Libano. Proteste: si dimette l’intero governo. Diab alla ricerca del consenso popolare

di Guido Keller –

A seguito dell’ennesimo impennarsi delle tensioni e delle proteste in Libano per una crisi economica dalla quale non sembra esserci uscita, l’intero governo ha rassegnato le dimissioni, dopo 8 mesi di guida del paese. Il gabinetto di Hassan Diab si era insediato infatti lo scorso gennaio a seguito delle dimissioni del terzo governo Saad Hariri, e già allora il paese stava entrando in default per l’impossibilità di pagare gli interessi sui debiti. Le proteste soprattutto contro la corruzione dilagante e la disoccupazione giovanile si sono in questo mesi ripetute pressoché quotidianamente anche con scontri, arresti e morti, e l’esplosione del 4 agosto al porto di Beirut, che ha causato 220 vittime ed oltre 5mila feriti, ha esasperato una popolazione ormai allo stremo. Al premier Hassan Diab non è restato altro da fare che prendere atto della realtà ed annunciare che “Non possiamo fare uscire il paese da questa crisi senza un nuovo mandato popolare” e rassegnare le dimissioni al presidente della Repubblica Michel Aoun.
Ha poi cercato di placare la piazza garantendo che “siamo schierati con il popolo per colpire i responsabili della crisi”, ma tra le proteste e gli scontri in molti accusano il governo di essere responsabile del disastro del 4 agosto, nonché il crescente aumento del potere degli Hezbollah, supportati dall’Iran, nella scena politica. Così accade che spesso l’esercito o la polizia devono intervenire per separare manifestanti antigovernativi, molti dei quali fomentati dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, dai sostenitori del leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, e solo due giorni ha un manichino con le sue sembianze è stato imputato in piazza dei Martiri, un gesto per il quale i due gruppi sono venuti alle mani.
La realtà è che in Libano la corruzione, per non dire la macrocriminalità, sono pressoché istituzionalizzate, anche perché quel quadro costituzionale che assicura la rappresentanza politica alle varie confessioni religiose nel corso degli anni si è tradotto con divisioni incolmabili e un mosaico di oligarchie e potentati, con il semplice cittadino che interagisce esclusivamente con la sua fazione.
In queste ore il parlamento è stato circondato dai manifestanti, e la polizia sta rispondendo ai tentativi di assalto con manganelli e lanci di gas lacrimogeni.

Hassan Diab.