Liberia. Il referendum e le elezioni legislative banco di prova per il presidente Weah

di Alberto Galvi –

Il prossimo 8 dicembre in Liberia si terrà un referendum sulle modifiche alla Costituzione che prevedono la riduzione della durata del mandato presidenziale e parlamentare e consentono la doppia cittadinanza.
Il presidente liberiano George Weah del partito CDC (Congress for Democratic Change) sta usando il referendum come pretesto per attuare radicali cambiamenti alla carta costituzionale e ottenere la possibilità di correre per un terzo mandato. Weah ha iniziato la sua carriera politica dopo essersi ritirato dal calcio professionistico e si è candidato alle presidenziali nel 2005, mentre nel 2011 ha corso come vicepresidente e in entrambe le occasioni è stato sconfitto. Alla tornata del 2017 ha invece sconfitto la vincitrice del Premio Nobel per la pace Ellen Johnson Sirleaf, al governo da 12 anni. Weah è diventato ufficialmente il presidente della Liberia il 22 gennaio del 2018.
L’8 dicembre si svolgeranno anche le elezioni legislative di medio termine in cui si voterà per 15 seggi del Senato. L’Assemblea nazionale è bicamerale ed è attualmente composta dal Senato con 30 seggi eletti per 9 anni, mentre la Camera dei rappresentanti è composta da 73 seggi per un mandato di 6 anni. I parlamentari e il presidente possono però rimanere in carica per soli due mandati.
Lo scorso 18 novembre, la Corte Suprema, composta da un giudice capo e 4 giudici associati, aveva dichiarato che il voto dell’8 dicembre dovrebbe essere annullato dopo la scoperta che le schede elettorali presentano irregolarità in quanto presentano più quesiti referendari sulla stessa scheda; un tema su cui, da settimane, avanzano proteste molti rappresentanti della società civile e dei partiti di opposizione come l’UP (Unity Party), il LP (Liberty Party) e l’ANC (Alternative National Congress).
Invece di annullare il referendum, la Corte Suprema ha raccomandato che gli otto quesiti referendari fossero stampati su schede differenti. In questo modo l’elettorato potrà votare pro o contro ciascuno di essi separatamente l’uno dall’altro. Gli 8 quesiti riguardavano le modifiche di otto articoli della costituzione del 1986.
Gli articoli costituzionali da modificare erano: la riduzione da sei a cinque anni del mandato dei membri della Camera dei rappresentanti e la riduzione da sei a cinque anni il mandato di oratore, vicepresidente e altri funzionari della Camera dei rappresentanti.
Tra le modifiche c’era anche quella di ridurre la durata del mandato del presidente da sei a cinque anni, posticipare la data delle elezioni generali da ottobre a novembre, autorizzare la doppia cittadinanza, ridurre la durata del mandato dei senatori da nove a sette anni e da sei a cinque anni quello del presidente del Senato.
Per tutta la durata dell’ultimo annodi governo, la coalizione di maggioranza che appoggia Weah, ha condotto una ininterrotta campagna elettorale nella quale ha sollecitato l’elettorato a votare positivamente su tutte le misure proposte per il referendum, un vero e proprio banco di prova per il presidente liberiano.