Libia. 3mila sudanesi con Haftar. L’Italia spinge per la soluzione politica

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I miliziani dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), a guida del generale Khalifa Haftar, si sono portati ormai a pochi chilometri dal centro di Tripoli. L’offensiva di Haftar, che mira a prendere il controllo della Banca centrale libica anche per sdebitarsi con i paesi che lo hanno sostenuto con le forniture di armi in barba alle disposizioni Onu, è partita lo scorso 4 aprile. Tuttavia la crisi sembra destinata a gonfiarsi ulteriormente diventando a sua volta una sovrapposizione di conflitti com’è avvenuto in Siria, e se con Haftar stanno Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, l’entrata in scena della Turchia è cosa ormai data per certa.
Haftar d’altronde ha ricevuto migliaia di mercenari sudanesi, “almeno 3mila uomini”, riporta il Guardian, mentre il Pesc Josep Borrell continua ad invitare al dialogo indicando la soluzione politica come unica via percorribile.
Molta speranza è riposta nella conferenza di Berlino prevista a giorni, e l’Italia si sta muovendo su più piani per tentare di non perdere la leadership italiana sulla crisi nonché la propria zona di influenza. Di Maio si è infatti sentito in questi giorni con il ministro degli Esteri tedesco Haiko Mass, con Borrell, con il francese Jean-Yves Le Drian, ed al telefono con i rappresentanti di Turchia e Egitto, nonché con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, con Khalifa Haftar e il presidente del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale Fayez al-Serraj.
L’Italia conta di mantenere il suo appoggio al governo riconosciuto di Tripoli, ma ne contempo di individuare un ruolo per Haftar, al quale in precedenza era stato rifiutato l’incarico di ministro della Difesa e capo dell’esercito.