Libia. al-Serraj denuncia Haftar al Consiglio di sicurezza dell’Onu

Il generale “ribelle”impiegherebbe aerei di paesi terzi.

Notizie Geopolitiche

Il presidente del Governo di Accordo Nazionale riconosciuto dall’Onu, Fayez al-Serraj, ha scritto una lettera al Consiglio di sicurezza perché venga aperta un’inchiesta volta a “ristabilire la verità dei fatti sulle violazioni perpetrate dalle forze del generale Khalifa Haftar”. Nella missiva al-Serraj ha accusato Haftar “di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani stabiliti a livello internazionale”, “dell’uccisione e il trasferimento forzato di civili, l’utilizzo di minori nei combattimenti e di armi pesanti e missili contro quartieri ad alta densità abitativa”, e difatti nella notte vi sono stati raid degli aerei del generale ribelle su Tripoli e sule zone limitrofe. Le autorità civili hanno comunque riferito che non vi sarebbero state vittime, ma la lettera di al-Serraj ha denunciato, come ha ammesso lo stesso portavoce di Haftar, l’impiego di velivoli di paesi terzi, cosa che rappresenta “una flagrante aggressione alla sovranità della Libia e una palese partecipazione esterna alle considerevoli violazioni perpetrate”. Potrebbe trattarsi di aerei egiziani, cioè di un paese che con Emirati Arabi Uniti e probabilmente l’Arabia Saudita sostiene l’uomo forte della Cirenaica.
“In questo contesto – ha continuato al-Serraj – riteniamo totalmente responsabili gli Stati che hanno contribuito a queste aggressioni e chiediamo alla commissione di ristabilire la verità dei fatti e al comitato per le sanzioni di tenere conto di queste violazioni alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza”.
Intanto sul terreno prosegue la controffensiva dei governativi e degli uomini della tribù di Misurata i quali, dopo aver preso il controllo di Garian, hanno accerchiato i militari di Haftar nelle aree di Wadi Rabie, a una trentina di chilometri a est della capitale, e Suani Beni Adem, a circa 25 chilometri a sud ovest.
Haftar conta di prendere Tripoli entro il 5 maggio, giorno di inizio del Ramadan.