Libia. al-Serraj e Saleh si accordano per il cessate-il-fuoco

di Vanessa Tomassini

Il capo ad interim della Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia, Stephanie Williams, ha accolto calorosamente i punti di accordo nelle dichiarazioni rilasciate venerdì dal presidente del Consiglio del Governo di Accordo Nazionale (GNA) con base a Tripoli, Fayez al-Serraj, e dal presidente della Camera dei Rappresentanti, il Parlamento internazionalmente riconosciuto con sede a Tobruk, Aguila Saleh.
In una nota Williams ha affermato che le dichiarazioni “dimostrano il coraggio di cui la Libia ha urgentemente bisogno durante questi tempi difficili”. Le dichiarazioni di venerdì prevedono un cessate-il-fuoco, nella speranza che questo venga rapidamente ripreso dalla Commissione militare mista 5 + 5, nonchè la partenza di tutte le forze straniere e mercenari dal suolo libico, prima di procedere con le elezioni a marzo, secondo il presidente al-Serraj.
Williams ha anche sollecitato le parti interessate ad attuare rapidamente la richiesta dei due leader per la ripresa della produzione e dell’esportazione di petrolio secondo le indicazioni delineate nelle due dichiarazioni. In particolare Saleh e al-Serraj hanno espresso il bisogno di demilitarizzare Sirte, riattivando una sicurezza congiunta da parte della polizia. Il Parlamento ha anche indicato la possibilità che la città che ha dato i natali al colonnello Muammar Gheddafi, possa diventare la capitale ad interim del Paese, mettendo così in sicurezza la Banca Centrale di Libia ed altre istituzioni che controllano gli investimenti e le risorse del Paese.
Williams ha ribadito che privare il popolo libico della sua ricchezza petrolifera è un segno di inaccettabile testardaggine da parte degli attori locali e internazionali coinvolti. Ha chiesto a tutte le parti di partecipare a questa storica occasione e di assumersi le loro piene responsabilità davanti al popolo libico. Secondo la rappresentante di UNSMIL, le due iniziative hanno creato speranza per forgiare una soluzione politica pacifica alla crisi libica di lunga data, una soluzione che affermerà il desiderio del popolo libico di vivere in pace e dignità.
Le dichiarazioni, che rappresentano uno step importante per mettere fine al conflitto e all’occupazione straniera di quei Paesi che intendono creare basi militari in Libia, sono state benevenute anche da Stati Uniti, Italia, Francia, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Tunisia, Qatar, Unione Europea e Lega Araba. Non ancora pervenuta invece la posizione ufficiale di Russia e Turchia. Le iniziative del premier e del presidente del Parlamento seguono fitti colloqui condotti dagli Stati Uniti ed una serie di incontri tra vari Paesi al Cairo.
Le autorità libiche dovranno ora lavorare sodo per raggiungere una solida base costituzionale che regolamenti le elezioni e ripristinare i servizi di base per i cittadini, controllando budget e spese, nonchè la corretta spartizione delle risorse e dei ricavi del settore petrolifero. La maggior parte degli attori interni e degli analisti politici libici hanno benedetto l’accordo di cessate-il-fuoco, indicando che l’iniziativa merita il sostegno di tutti.
Nei giorni scorsi sono montate le proteste in diverse città della Libia, tra cui Zawiya, dove la sera del 20 agosto, data in cui si commemora la battagli di Tripoli del 2011, i residenti sono scesi in strada per dimostrare contro il ministro dell’Interno, la presenza di mercenari e le dure condizioni di vita. A Sirte vanno avanti le manifestazioni dei sostenitori del movimento verde delle masse dei nostalgici del precedente sistema, sotto lo slogan “io candido Saif al-Islam Gheddafi”.