Libia. Conferenza di Berlino: Salamè, ‘Le divisioni nel Consiglio di sicurezza Onu impediscono di lavorare’

di Vanessa Tomassini

L’inviato del segretario generale e capo della Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), Ghassan Salamè, ha chiarito nei giorni scorsi alla stampa alcuni aspetti importanti della Conferenza internazionale sulla Libia organizzata dal governo tedesco. L’incontro, che verrà ospitato a Berlino, mira a trovare un compromesso tra i vari attori regionali coinvolti nel conflitto, nonchè tra i partiti da loro sostenuti in Libia.
Salamè ha espresso la sua frustrazione per la situazione attuale nel Paese, evidenziando l’impotenza della Missione e il fallimento dei vertici precedenti nel cercare una soluzione durevole alla crisi libica. L’inviato ha sottolineato che risolvere la crisi è diventato sempre più difficile a causa delle divisioni nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Durante un’intervista trasmessa dalla radio di Stato algerina, Salamè ha affermato che i libici non hanno capito che il Consiglio di sicurezza del 2011 non è lo stesso del 2019, rivelando che dopo 14 riunioni gli Stati membri non sono riusciti a prendere una decisione in merito.
“Se il Consiglio di sicurezza ONU è completamente diviso – ha aggiunto l’inviato – il margine di azione del segretario generale e del suo inviato diventa molto limitato, soprattutto se uno o più membri del Consiglio è coinvolto nel conflitto libico, sia armando che sostenendo una delle due fazioni”. Salamè ha detto inoltre che un accordo tra i libici sarebbe impossibile se il divario internazionale sulla Libia dovesse persistere, mandando il Paese in rovina.
Sulla Conferenza di Berlino Salamè ha rivelato di collaborare con la cancelliera Angela Merkel per gli incontri preparatori con i principali Paesi, il quarto atteso per il 20 novembre. Le discussioni si starebbero concentrando su sei aspetti principali: le modalità per tornare al processo politico, i termini del cessate-il-fuoco, come impedire il flusso di armi verso la Libia, le riforme economiche necessarie per ridare al governo credibilità e rilanciare il processo, ed infine la sicurezza e i diritti umani nella capitale Tripoli e dintorni.
Un concetto quest’ultimo già compreso dal Governo di Accordo Nazionale, che ha recentemente deliberato un taglio degli stipendi dei governanti nel tentativo di guadagnarsi la fiducia dei cittadini, sebbene la sua popolarità sia sempre più bassa. Il governo guidato da Fayez al-Serraj doveva rappresentare un governo di unità nazionale per i libici, incaricato di risolvere il conflitto e invece si ritrova ad alimentarlo e farne parte appoggiandosi sempre più spesso ad attori legittimi ed illegittimi, compresi gruppi estremisti nel tentativo di estendere la sua legittimità territoriale.
In merito all’esclusione di alcuni Paesi dal vertice di Berlino, come Tunisia, Algeria e Qatar, l’inviato si aspetta che la lista degli invitati possa estendersi, viste le grandi pressioni di alcuni Paesi tra cui l’Italia. Salamè ha anche chiarito che la mancanza di una data certa della conferenza dipende dal mancato raggiungimento di un accordo tra le maggiori potenze, che dovrebbe tradursi in una “risoluzione immediata” del Consiglio di sicurezza. Infine ha chiesto che la conferenza impegni rappresentanti effettivi delle organizzazioni regionali e un gran numero di Stati e paesi limitrofi a far parte del comitato di follow-up per aiutare UNSMIL a raggiungere le intese.

Articolo in mediapartnership con Speciale Libia.